Aggiornato al 15 Marzo 2025

Ceniti, pena dimezzata per l’ex Casa Pound

Condanna confermata ma una pena dimezzata per Giovanni Ceniti, il 30enne originario di Masera. La Corte d’assise d’appello di Roma ha infatti ridotto da 20 a 10 gli anni di reclusione per il giovane accusato di aver fatto parte del gruppo che il 3 luglio del 2014 fece irruzione, fingendosi della Finanza, nell’abitazione romana di Silvio Fanella, il “cassiere” della banda Mokbel, con l’intento di rapirlo per farsi condurre dove aveva nascosto il “tesoro” della maxi truffa Fastweb-Telecom Italia Sparkle, poi scoperto poche settimane dopo in una casa di campagna del Frusinate e composto da milioni di euro in diamanti e altri preziosi.
Come si ricorderà, dentro l’appartamento ci fu una sparatoria che uccise Fanella e ferì gravemente Ceniti, poi abbandonato in strada dai suoi complici. Anche loro, gli ex terroristi neri Egidio Giuliani e Giuseppe La Rosa (che dopo anni di carcere avevano dato vita a una cooperativa di ex detenuti a Novara), hanno beneficiato di uno sconto della pena: da 20 a 16 anni. Per Ceniti è stato sostanzialmente riconosciuto un ruolo marginale nel delitto: era stato infatti accertato che non fu lui a fare fuoco.
Tuttavia i presupposti dell’agguato hanno visto dibattere aspramente le parti nel processo: accusa e parte civile hanno insistito nel ritenere che la volontà del commando fosse quella di rapire Fanella, mentre per la difesa lo scopo era solo quello di rapinarlo.
«Come si fa a ritenere che si voleva tentare il sequestro? Avrebbero avuto la polizia alle calcagna – ha argomentato in aula l’avvocato di Ceniti, Marco Ferrero -. Era invece una semplice rapina, volevano prendere il denaro, non vi era l’intenzione di fare alcun sequestro ed inoltre il mio assistito fu colpito da Fanella alle spalle, il che prova il fatto che voleva scappare». l.man.

RIPRODUZIONE RISERVATA ANCHE AI FINI DELLA AI

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