Aggiornato al 24 Aprile 2024

Preso il duo delle rapine con la pistola elettrica

Rapine con targhe rubate e minacce di scariche elettriche, ma il duo residente nell’Aronese e già arrestato in flagranza ora si vede contestate anche altre rapine tra Vco, Novarese e Varesotto.

Il 12 ottobre i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Verbania, a conclusione dell’operazione denominata “Vero Caffè”, hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Verbania, 2 cittadini italiani ritenuti responsabili di 7 rapine, alcune a mano armata, commesse nelle province di Novara, Varese e Verbania.
I due soggetti arrestati, B.W.D., classe 1975, e B.A., classe 1966, pregiudicati e residenti nel basso Aronese, sono accusati di aver commesso, da febbraio a maggio 2018, una serie di rapine, alcune a mano armata, ai danni dei punti vendita dell’azienda “Vero Caffè” siti a Castelletto sopra Ticino (NO), Tradate (VA), Castellanza (VA), Casale Corte Cerro (VB), Somma Lombardo (VA) e Parabiago (VA), creando notevole allarme sia nelle comunità interessate che, soprattutto, tra i dipendenti della catena commerciale colpita.
Gli stessi, nel corso delle indagini, erano già stati arrestati in flagranza, sempre dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania, il 24 maggio 2018 a Somma Lombardo (VA), immediatamente dopo aver commesso una rapina a mano armata, utilizzando un “taser”, ai danni del proprietario 25enne e due clienti 30enni di un negozio di tatuaggi di Samarate (VA). In tale frangente sono stati rinvenuti i 735 euro oggetto della rapina, immediatamente restituiti alle persone offese; sono stati inoltre sequestrati uno scooter TMAX, utilizzato per la rapina e un’autovettura Mini Cooper Clubman, nonchè gli abiti, i caschi e gli altri accessori utilizzati dei due per commettere la rapina, risultati corrispondere esattamente a quelli rilevati negli altri episodi contestati. Nella circostanza è stato anche rinvenuto e sequestrato un apparecchio elettrico ad uso veterinario, in grado di emettere una scarica elettrica a 5000 Volts ed utilizzato per minacciare le vittime.

Il modus operandi dei due rapinatori – spiegano gli investigatori – prevedeva un copione costante e ben rodato: dopo aver effettuato, nei giorni precedenti, dei sopralluoghi nei pressi degli obiettivi da colpire, i due giungevano nelle zone delle rapine a bordo della Mini Cooper Clubman, in uso a B.W.D., e dello scooter T-MAX di grossa cilindrata, in uso a B.A. e con il quale effettuavano i colpi. L’iter prevedeva dapprima il cambio della targa dello scooter con un’altra, rubata, applicata sopra all’originale e parzialmente occultata con del nastro isolante e successivamente il cambio degli abiti da parte dei rapinatori, i quali indossavano anche guanti, caschi integrali, passamontagna ed occhiali per non lasciare tracce e rendersi irriconoscibili. Una volta eseguita la rapina, i due facevano rapidamente ritorno alla zona di sosta dell’autovettura da dove, dopo un rapido cambio d’abiti e la rimozione della targa rubata, si allontanavano, separatamente e con i due mezzi, per fare ritorno alle rispettive residenze.
Complessivamente il bottino delle rapine attribuite ai due arrestati ammonta ad oltre 10.000 €.

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