Aggiornato al 25 Aprile 2024

Addio a Germano Barale, corse con Coppi

E’ scomparso Germano Barale, un mito, una leggenda degli albori del ciclismo del nostro territorio. Classe 1931, nato nel mese di gennaio, era di Villadossola. Si è spento nella serata di martedì vinto da una malattia che da tempo minava quel suo fisico da corridore che dopo gli anni giovanili con il Pedale Ossolano e la SC Verbania lo aveva visto professionista dal 1957 al 1964, anni nei quale si era ritagliato ruoli di gregariato, quando ancora essere un ‘coequipier’ era qualcosa che rasentava la poesia e la leggenda di questo sport delle due ruote a pedali, solo due vittorie per lui, in due circuiti ad ingaggio. Era passato professionista nel 1956, con la maglia della San Pellegrino diretta da Gino Bartali, che in lui e nel fratello Giuseppe, scomparso di recente in tragiche circostanze, aveva visto le doti e l’attitudine alla sofferenza del corridore. I due passarono poi alla Bianchi nel 58, con l’ultimo Fausto Coppi ed il ‘Pino’ vide smorzata la sua carriera dopo un battibecco con la Dama Bianca. La carriera del ‘Mano’, questo il suo soprannome, continuò per altri anni, sempre con compiti di appoggio, soprattutto quando venne preso dalla Carpano, squadra torinese che vide capitani di Barale atleti come Franco Balmamion, Nino Defilippis, Angelo Conterno o Yvo Molenaers, una squadra che vinse la Coppa del Mondo a squadre. Uomo forte, tenace, grintoso, Germano Barale corse otto volte il Giro d’Italia e tre volte il Tour de France.

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