Aggiornato al 26 Aprile 2024

Il procuratore della Repubblica Olimpia Bossi parla delle indagini sulla tragedia del Mottarone

«Le salme delle vittime potrebbero essere restituite ai famigliari in serata». Lo ha detto la dottoressa Olimpia Bossi, procuratore della Repubblica di Verbania. Sui alcuni dei corpi recuperati dopo lo schianto della funivia del Mottarone di domenica, al momento, sono ancora in corso i riscontri diagnostici esterni del medico legale. 13 i corpi privi di vita rinvenuti sul posto. Rispetto alle indagini sulle cause e le responsabilità dell’incidente «ancora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati – spiega la procuratrice – sono diversi i soggetti coinvolti. Intanto c’è da chiarire di chi sia la proprietà, perché era in corso il passaggio dal Comune alla Regione, poi c’è la società che gestisce l’impianto, Ferrovie del Mottarone, e chi a vario titolo ha provveduto alla revisione dell’impianto stesso». L’ipotesi è che si sia spezzato uno dei due cavi trainanti della funivia e che non sia entrato in funzione il sistema di sicurezza. Per fare luce sulle possibili cause la Procura ha contattato il Politecnico di Torino per l’analisi di un perito: «Un ingegnere meccanico, ma stiamo anche pensando ad un esperto di metallurgia per l’analisi del cavo» spiega Bossi. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, lesioni colpose per il bambino di 6 anni ricoverato all’ospedale infantile di Torino, unico sopravvissuto; e disastro colposo. Il procuratore Bossi non esclude nuovi sopralluoghi «anche se – spiega – tutto il materiale è stato messo sotto sequestro. C’è la difficoltà pratica, invece, di recuperare il relitto». Si era parlato anche di una telecamera all’interno della cabina della funivia poiché ne sono dotate quelle di ultima generazione. «Non ne ho notizia – ha commentato Bossi – ma è chiaro che se verrà trovata a bordo, il materiale sarà analizzato». Da questa mattina, lunedì, la sede della Procura della Repubblica di Verbania è un via vai di giornalisti. Commenta la procuratrice: «Capisco l’esigenza di conoscere come procedono le indagini e di far sapere all’opinione pubblica come stiamo operando in pieno regime di trasparenza».

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