A seguito della difficile e dolorosa esperienza che ha coinvolto una mamma ossolana e le sue creature, molte voci si sono levate ingenerando, come a volte succede, un po’ di confusione.
Credo sia necessario, pertanto, e doveroso da parte mia, in quanto responsabile dell’aver segnalato il caso alla attenzione di tutti, portare chiarezza.
Chiunque sia stato coinvolto all’atto del ricevimento della paziente e suo trasferimento HA AGITO NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE, date le circostanze.
Il punto nascite di Domodossola era attivo, il medico ginecologo ha esaminato il caso e deciso! SEGUENDO I PROTOCOLLI, di trasferire la madre in ospedale di secondo livello.
I Punti Nascita di secondo livello in Piemonte sono sei: Novara, Alessandria, Cuneo, Moncalieri, Torino Sant’Anna e Torino Maria Vittoria. Il Punto Nascita di secondo livello più vicino a Domodossola, stante la mancanza di posti-letto a Novara era Alessandria.
Con disponibilità, dedizione totale e il più rapidamente possibile gli operatori del 118 ed i volontari della CRI hanno affrontato la difficile situazione e raggiunto la destinazione.
Se il parto si fosse verificato immediatamente, il punto nascita di Domodossola, lo avrebbe saputo affrontare con disponibilità di strutture e professionalità.
Se i bambini fossero nati a Domodossola si sarebbe immediatamente attivata la procedura di intervento dello STEN (Servizio Trasporto Emergenza Neonatale ) disponibile a Novara, dotato di personale altamente specializzato ed incubatrici. Ma i protocolli impongono – giustamente in questo caso – il trasferimento in utero.
Stante le condizioni cliniche della signora si é valutato di avere il tempo per indirizzare la madre ad Punto Nascita di secondo livello per consentire la nascita direttamente in una patologia Neonatale adeguata a sostenere piccoli di circa 6-7 hg, si è immediatamente scelto di attivare il trasferimento, perché ” la mamma è la migliore incubatrice del mondo”.
Un trasferimento di questo tipo richiede la presenza di personale specializzato, in grado di assistere con alta professionalità la madre durante il trasporto ed affrontare un parto in emergenza. Tale servizio è noto con l’acronimo STAM (servizio trasporto assistito materno).
La Regione Piemonte sostiene di averlo fornito a Domodossola fin dal 2008, intendendo sostituire con questo mezzo un punto nascite attivo ed efficiente che si voleva chiudere.
In realtà non è mai esistito e ne abbiamo prova tangibile.
Da questa difficile esperienza, pertanto, deve emergere in tutti una nuova consapevolezza, deve nascere chiarezza rispetto a realtà delle quali si parla tanto senza conoscere a fondo. La difficile situazione che si è presentata agli operatori del 118 ha dimostrato che lo STAM in Piemonte non è mai stato attivato, contrariamente a quanto hanno dichiarato i vertici sanitari regionali.
Da questa esperienza deve risultare chiaro, inoltre, che il servizio STAM comporta una tale complessità organizzativa e una tale dedizione da parte di personale che non può essere garantito in ogni ospedale del quale si voglia chiudere il punto nascita, per affrontare ogni urgenza di parto, senza complicazioni.
Lo STAM deve essere collocato nei centri di secondo livello e chiamato ad intervenire solo in particolari situazioni di grave emergenza.
Nelle zone disagiate e montane, come previsto dalla legge, deve essere mantenuto il Punto Nascita.