Aggiornato al 29 Marzo 2024

“Chi ha fame non ha i denti” è il progetto di Roberto Morgantini che vuole dare vita ad un ambulatorio gratuito per chi non può curarsi

Villadossolese di nascita, bolognese di adozione, Roberto Morgantini ha legato il suo nome al mondo dei bisognosi con Cucine Popolari. «Cucine Popolari nasce da un bisogno di fare qualcosa che fosse utile agli altri – ha spiegato Morgantini -. Si tratta di un’attenzione, di una sensibilità nei confronti degli altri. Siamo partiti senza alcun tipo di finanziamento o coperture, ma proponendoci di far nascere questa realtà su base volontaria. Un po’ con la crescita e un po’ con la fantasia siamo riusciti a mettere insieme forze e garanzie affinché le cucine partissero e rimanessero aperte. La cucina è quello che trovi in casa: non comprende solo il cibo, ma anche la relazione e il rapporto; non solo il dare, ma il ridare e ridare speranza e dignità a quelle persone che l’hanno persa. Vorrei che persone che frequentano le cucine si sentissero incluse in un progetto. Per fare questo ci siamo concentrati su piccoli particolari, come ad esempio il piatto di ceramica, il bicchiere di vetro e le posate d’acciaio. Questo, oltre a combattere l’uso della plastica, combatte anche la provvisorietà: usando un bicchiere di plastica che poi viene gettato, è come se gettassi via anche la persona stessa. Queste piccole cose hanno caratterizzato le cucine prima della pandemia, quando ancora si potevano mettere le gambe sotto al tavolo». La pandemia ha purtroppo cambiato la realtà di Cucine Popolari: «E’ venuto a mancare il rapporto con la persona, che è il nostro elemento fondante. Al momento bisogna attenersi alle norme di sicurezza che prevedono distanziamento e rapidità nella distribuzione dei pasti. Manca la possibilità di scambiarci parole e gesti e questo è un male, anche perché la cucina è aperta un po’ a tutti dal punto di vista del contatto. L’altra faccia della povertà è la mancanza di relazioni: il rinchiudersi è un segnale di povertà e quello che tentiamo di fare è combattere anche quest’altro male che è la solitudine. Il Covid ci ha dato una batosta molto grande sotto questo punto di vista». Morgantini ha riscontrato un aumento delle persone che, da quando è iniziata l’emergenza sanitaria, hanno iniziato a frequentare le cucine: «I primi colpiti sono stati quelli più fragili, ma anche chi lavorava in nero o svolgeva lavori precari. Anche chi aveva un lavoro normale sta soffrendo. Il cambiamento c’è stato, così come c’è stato un aumento di famiglie intere che di fatto non sono più riuscite ad andare avanti e a mettere insieme pranzo e cena». Morgantini ha poi parlato dei vaccini e della loro distribuzione: «Guardando in grande quello dei vaccini è un grande mercato e forse se ne è un po’ perso il controllo. Il pericolo è che chi non avrà i soldi per pagarli rischia di rimanere senza, basti pensare alla Germania o a Israele: non si pensa alla salute come un bene, ma si ragiona solo sulla base della disponibilità economica. Io spero che queste discriminazioni non avvengano, anche se per me questa è una preoccupazione vera». «Il mio sogno, utopia vera, è che in futuro non ci fosse più bisogno delle cucine popolari – ha proseguito Morgantini -. Significherebbe che la solidarietà e la giustizia avrebbero fatto il proprio corso. Nessuno dovrebbe avere bisogno di chiedere un piatto di minestra, la società dovrebbe organizzarsi per permettere a tutti di mangiare, avere una casa, vivere». Infine Morgantini ha parlato dei progetti futuri di Cucine Popolari: «A breve partirà il progetto “Chi ha fame non ha i denti”: si tratta di un ambulatorio dentistico gratuito a favore di chi non può curarsi i denti. Appena possibile riprenderà poi il discorso del “sospeso” che in passato è già stato fatto con i panini, i ristoranti, il teatro, il libro, lo sport, ecc. A Bologna avremo “la via del sospeso”, un progetto in grande. Con i ragazzi di Radioimmaginaria abbiamo costruito un bosco all’interno della Salaborsa di Bologna; tutti gli alberi presenti al suo interno verranno messi all’asta e il ricavato andrà alle cucine».

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