Aggiornato al 29 Marzo 2024

“Ritorno da te” è il libro di Antonella Angelillo ambientato a Vezzo di Gignese

Quante volte di un libro si dice: “Si legge tutto d’un fiato” per lo scorrere piacevole delle pagine, per la trama avvincente. “Ritorno da te” di Antonella Angelillo è uno di questi libri, ambientato in un piccolo paese, che nel romanzo prende il nome di Borgo. Per l’ambientazione l’autrice si ispira a Vezzo, frazione di Gignese. 

Cosa la lega a questo luogo per avergli dedicato un libro? 

«Vezzo è il paese che mi ha accolta ogni volta che ho avuto bisogno di una sosta dalla routine di città. Mi ha insegnato a dare valore alle pause, ai distacchi, al silenzio. Gli sono riconoscente per questo. Ho scritto “Ritorno da te” pensando al volto di una donna, Angelina, che ho conosciuto proprio a Vezzo. Una donna semplice, delicata, molto colta, dalle maniere dolci, che amava vivere con poco e adorava la compagnia dei suoi gatti. È stata per me la nonna che non ho mai avuto. Da lei ho imparato il valore della semplicità e dell’amore incondizionato. La sua essenza è l’essenza di Borgo. A lei ho dedicato il romanzo. Scrivere “Ritorno da te” è stato come ritornare da lei, un viaggio che posso fare ormai solo con il pensiero. Sono affezionata agli abitanti di Vezzo, molti dei quali hanno contribuito alla mia crescita personale». 

Quali?

«È nella libreria personale della signora Mariuccia, per esempio, che ho conosciuto i libri di Sveva Casati Modignani, una delle penne che amo di più tra gli scrittori italiani e a cui provo ad ispirarmi». 

C’è qualcosa di autobiografico nelle pagine del libro? 

«Aurora, la protagonista, è alla ricerca di se stessa. Credo che tutti quanti abbiamo provato, almeno una volta, ad assomigliare a qualcuno o ad assecondare qualcun altro. Aurora, a un certo punto, sceglie di fermarsi. Crea distanza tra sé e la vita di tutti i giorni e inizia a scoprire se stessa. Questo aspetto mi appartiene e lo considero un grande valore, di cui mi piacerebbe essere ispiratrice: la volontà di fermarsi, quando necessario, per andare incontro alla propria autenticità». 

Pensa ci sia bisogno, in momenti come quelli che stiamo vivendo, di un libro che ci faccia sognare un mondo migliore? 

«Lo credo fortemente e ho trovato nella mia editrice, Simona Friio, una grande alleata. Questo libro parla di rinascita, un messaggio positivo. Propone ai lettori una pausa dalla realtà, li conduce a Borgo per qualche ora, li coinvolge in una caccia al tesoro e li fa sedere sotto la chioma dell’ippocastano centenario dove ascolteranno il racconto di Mirella. E se, tra i lettori, ci sarà qualche amante dei gatti, troverà Nerino pronto a fare le fusa e a svelare qualche indizio per arrivare al misterioso tesoro». 

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