Si è tenuto venerdì scorso nella Sala Ravasio della Provincia del Vco l’incontro promosso dall’On. Enrico Borghi e dal Presidente della Provincia del Vco Stefano Costa con il capodelegazione Vieri Ceriani per discutere del nuovo accordo tra Italia e Svizzera e delle sue ripercussioni sui lavoratori frontalieri del nostro territorio.
Al centro del dibattito, alla presenza di numerosi primi cittadini e di rappresentanti delle forze sindacali nonché dei lavoratori frontalieri, le preoccupazioni per il futuro dei lavoratori frontalieri e del loro status giuridico che, ad oggi, è ancora legato alla legge n.943 del 1978.
“Per questo – continua il parlamentare del Partito Democratico – mi sono impegnato a promuovere una risoluzione parlamentare che impegni il Governo lungo quattro obbiettivi fondamentali sui quali non potremo transigere. Innanzitutto le due fondamentali questioni della libera circolazione delle persone e quella dei capitali devono essere collegate, in modo da evitare che in Svizzera, specie nel Canton Ticino, si strumentalizzi la figura dei frontalieri additandoli come nemico pubblico. In quest’ottica, occorre tutelare la figura del lavoratore frontaliere che ad oggi risulta priva di qualsiasi garanzia e copertura normativa, bisognerà prevedere all’interno della legge di ratifica del Trattato una previsione normativa organica che individui le caratteristiche dello status di lavoratore frontaliere e che lo tuteli così in ordine ai suoi fondamentali diritti e garanzie.”
“La terza questione su cui impegneremo il Governo – continua Borghi – è quella legata alla questione fiscale per i lavoratori frontalieri. Su questo punto le preoccupazioni sollevate sono molte e tutte comprensibili. Per cercare di sterilizzare il problema credo che occorra innanzitutto prevedere un periodo di allineamento sensibilmente più lungo rispetto ai dieci anni oggi prospettati calcolando inoltre delle aliquote differenziate per ogni categoria tipo di lavoratore frontaliere. Su questo ultimo aspetto uno specifico confronto nel merito sarà affrontato nelle prossime settimane dal tavolo di coordinamento provinciale dei lavoratori frontalieri, sulla base delle proiezioni fornite dal MEF”
“La quarta ed ultima proposta che credo occorra fare riguarda le risorse che verranno recuperate attraverso il rientro dei capitali dalla Svizzera. Considerate le criticità in cui versano le strade di collegamento tra il nostro territorio provinciale e quello svizzero, una importante quota di queste risorse dovranno essere destinate appositamente alla messa in sicurezza ed all’implementazione delle infrastrutture di collegamento (SS34, SS337 e SS33) attraverso la realizzazione di appositi investimenti da parte di ANAS”