Aggiornato al 21 Marzo 2025

Oggi l’ultimo saluto al frontaliere 47enne, morto in un incidente sul lavoro in Svizzera

«Nel 2024, con i progressi tecnologici che abbiamo, non è accettabile dover piangere un giovane morto sul lavoro. Non si può accettare di uscire di casa al mattino, salutare i famigliari per andare a lavorare e non fare più ritorno a casa». Queste le parole di don Giovanni Antoniazzi, parroco di Madonna di Campagna, nell’omelia del funerale di Roland Kercyku, l’artigiano di 47 anni deceduto la scorsa settimana in Svizzera cadendo da un tetto, mentre montava dei pannelli solari. Alle esequie, celebrate alle 10.30 di oggi, giovedì, nella chiesa verbanese, erano presenti tanti amici, colleghi e compagni di classe dei due figli di Roland, Enea e Klea. Tutti si sono stretti attorno alla famiglia, alla moglie Marsida e ai due ragazzi, in questo momento di dolore.

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