Ancora una volta un’emergenza per un parto al San Biagio ha evidenziato come per un “trasferimento in utero” i tempi necessari per tutelare la salute della coppia mamma-neonato si sono dimostrati eccessivi a causa della mancanza di una ambulanza dedicata.
Il fatto è accaduto ieri mattina al San Biagio.
Dure le critiche da parte del sindacato dei pediatri regionale che vede in Fabrizio Comaita, segretario regionale, affermare che lo Stam in Piemonte non esiste.
L’acronimo STAM sta per “Servizio Trasporto Assistito Materno” e prevede H24 la presenza di personale (ginecologo, ostetrica, infermiera professionale, barelliere ed autista) dedicato e formato per effettuare il trasporto in utero e per espletare l’eventuale parto durante il trasferimento. Di norma questo modello organizzativo ē collocato presso il Punto Nascita di terzo livello.
“Sabato 4 gennaio – spiega Comaita – alle sette una giovane donna é giunta al DEA di Domodossola in quanto manifestava i segni di un parto prematuro. Dopo gli opportuni accertamenti si é concordato il trasferimento della donna in un centro ospedaliero dotato di Punto Nascita di Terzo Livello, come la delicata situazione richiedeva. La ricerca ha determinato la disponibilità del Punto Nascita di Alessandria ad accogliere la paziente.
Evidenziata da più tempo la mancanza dello STAM (Servizio Trasporto Assistito Materno) i medici del Punto Nascita di Domodossola hanno dovuto rivolgersi al servizio del 118 di Novara. Con grande sconforto si è appreso che l’unica ambulanza medicalizzata del Vco era già impegnata in un trasporto urgente per trasferire un infartuato a Novara. La centrale di Novara consigliava ai medici di utilizzare il centro mobile, che, nell’occasione, stazionava a Domodossola, ma il medico “centodiciottista” di servizio era a Verbania. L’ambulanza partiva da Domodossola alla volta di Verbania per raccogliere il medico e trasportarlo a Domodossola.
Nel frattempo i medici della centrale operativa del 118 ritenevano opportuno allestire anche un’ambulanza per l’eventuale trasporto dei neonati, se questi fossero nati durante il trasferimento in autostrada, in autogrill o in qualche piazzuola di sosta. L’unica ambulanza dotata degli “agganci” necessari per il trasporto dell’incubatrice é quella in gestione ai volontari di Villadossola che, come al solito, sono disponibilissimi, impiegando comunque tempo per organizzare l’intervento.
Intorno alle ore quattordici le ambulanze sono arrivate a destinazione, ad Alessandria dove, constatata la gravità della situazione clinica dei neonati, é stato effettuato immediatamente un taglio cesareo che ha messo alla luce due neonati di sesso diverso del peso di 650 e 720 grammi.
I piccoli ora sono intubati e la prognosi é riservata. La madre sta bene. Si segnala che nelle due ambulanze vi era personale specialistico ma, assolutamente, non formato professionalmente per affrontare un parto in ambulanza e – tanto meno – per rianimare ed assistere due neonati critici come in questo caso. Per raggiungere il nosocomio di Alessandria sono occorse circa sette ore”.