La Polizia di Omegna è intervenuta in un caso di “sextorsion”, ovvero un reato che si sta diffondendo sempre più negli ambienti informatici e che consiste nell’acquisizione di foto e immagini erotiche di una persona che viene poi ricattata affinché non vengano divulgati sul web.
A denunciare il fatto è stato un 40enne di Verbania che era stato “agganciato” su un noto social network da una ragazza straniera di vent’anni. I due avevano iniziato a chattare e la giovane aveva poi invitato l’uomo a scambiare video a luci rosse, cosa che lui ha fatto cadendo nel tranello: dopo pochi minuti, infatti, la ragazza gli ha intimato di pagare 2mila euro, altrimenti avrebbe diffuso i filmati e inviandoli a tutti i suoi contatti. Il 40enne ha poi presentato denuncia al Commissariato di Omegna, le cui indagini sono tuttora in corso per risalire all’identità della responsabile di questa tentata estorsione. Nel frattempo la Polizia invita gli utenti a diffidare, in ambiente internet, di ogni richiesta di inoltro di dati personali, scansioni di documenti, immagini o filmati a carattere personale, soprattutto se riguardano la propria intimità.
Il commissariato rileva che dall’inizio dell’anno si sono registrate 10 denunce per frode informatica, 2 accessi abusivi ai sistemi informatici, 2 estorsioni via web, 38 truffe on line, 2 sostituzioni di persona sui social e due clonazioni di siti. In tutto, 13 indagati per truffe on line, 5 per frode informatica, 4 per associazione a delinquere finalizzata alle truffe web ed un sito oscurato. Negli ultimi giorni, infine, si è conclusa un’attività investigativa che ha consentito di deferire alla Procura della Repubblica di Torino, per il reato di frode informatica, un cinquantenne napoletano che aveva prosciugato la poste-pay di un omegnese.