Sui volti della folla che ha assistito oggi pomeriggio nella collegiata di Domodossola all’ultimo saluto a Paolo Bologna era dipinto lo sconcerto per aver perso un punto di riferimento, la persona che con lucidità riusciva, senza mai perdere di vista i propri ideali, ad analizzare oggettivamente gli accadimenti della storia recente e della cronaca. Un patrimonio della collettività, nonostante il suo essere schivo e rifuggire gli onori, che è stato salutato con commozione.
Oggi dietro e fuori la chiesta c’era una folla composta di molti volti istituzionali, ma anche e soprattutto del mondo della cultura e dell’informazione, degli ex combattenti per la Libertà. Una comunità che ha abbracciato la moglie Luciana e ai figli Carlo, Marcello e Lucia.
Bologna è scomparso ieri notte nella sua abitazione, aveva 86 anni, combattente nella lotta di Liberazione, nel Dopoguerra si era dedicato alla pubblicistica (fu direttore del Risveglio ossolano dal ’70 al ’74) e allo studio della storia locale e in particolare dell’esperienza della Resistenza.
Al termine delle esequie la salma è stata tumulata nella tomba di famiglia al cimitero di Domodossola.