Aggiornato al 12 Febbraio 2025

Brignone si dimette da presidente

«Non voglio diventare lo zimbello della maggioranza, non ce la faccio più». Il consigliere d’opposizione Renato Brignone stamani ha illustrato alla stampa i motivi delle sue dimissioni da presidente dalla commissione Servizi alle persone.

Nel mirino fin da subito i rapporti col Pd. «Già dalla prima commissione avevamo individuato tutti insieme delle priorità da affrontare, a partire dalla questione del disagio giovanile». Un tema che alla fine non è però mai stato affrontato «perché per la maggioranza – ha aggiunto Brignone – era di competenza della commissione Politiche giovanili. Allora ho provato a proporre una commissione congiunta ma morale della favola il Pd non si è presentato il giorno in cui avremmo dovuto cominciare ad affrontare l’argomento. Del disagio giovanile abbiamo comunque discusso lo stesso con esperti, abbiamo elaborato anche un documento che avremmo voluto presentare ma in questi 9 mesi la commissione Politiche giovanili non si è mai riunita per discutere di disagio».

Il vaso è traboccato quando Brignone ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico per discutere di sanità: di emergenza e territorio. «Per togliere ogni possibile dubbio di strumentalizzazione ho anche detto che non avrei partecipato al tavolo concordando comunque che si riunisse entro quindici giorni». Ma dopo 18 giorni il tavolo non si era ancora riunito «e allora ho chiesto i motivi di questo ritardo – ha spiegato Brignone – e dal capogruppo del Pd Davide Lo Duca mi è arrivata la risposta che prima bisognava attendere l’arrivo del presidente Chiamparino nel Vco e l’elaborazione da parte dell’assemblea provinciale del Pd di un progetto unitario sulla sanità e solo dopo, il 30 aprile, il tavolo si sarebbe riunito. Ma questa cosa non ha senso: in pratica Lo Duca ci ha detto che la commissione non può prescindere dalla posizione del Pd».

RIPRODUZIONE RISERVATA ANCHE AI FINI DELLA AI

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