È’ mancato all’affetto dei suoi cari e a tutto il Verbano Cusio Ossola Carlo Alberti fondatore della storica libreria e della casa editrice omonima. Ritiratosi da qualche anno dall’attività, continuata dalla figlia Raffaella, da tempo soffriva per acciacchi dovuti all’età che lo avevano costretto ad essere inattivo.
Era nato a Omegna il 12 dicembre del 1924 da famiglia lavenese trasferita nel Cusio per lavoro e vi aveva aperta la prima libreria insieme al padre e alle sorelle. In seguito si rese autonomo e apri il primo negozio in corso Garibaldi a Intra, introducendo alcune novità che ne assicurarono il successo, consentendogli di fondare l’editrice specializzata in storia locale, arte, cultura e turismo.
Da giovane aveva militato nella divisione alpina “Taurinense” e dopo l’armistizio aveva partecipato alla Resistenza dapprima con il cap. Filippo Beltrami. A causa di un rimprovero da lui fatto al maresciallo dei Carabinieri durante l’occupazione di Omegna, fu costretto ad arruolarsi nell’esercito di Salo’ e a seguire l’addestramento in Germania.
Riuscì però a fuggire dalla divisione Monte Rosa, una volta ritornato in Italia, e a raggiungere la formazione comandata da Bruno Rutto sulle montagne della valle Strona. Ha raccontato la sua vicenda scrivendo di suo pugno un memoriale pubblicato insieme ad altre memorie nel libro “Testimonianze di Resistenza” pubblicato nel 2014 (Alberti).
Uomo dal carattere aperto, concreto e generoso, andava orgoglioso di quanto aveva saputo avviare. Suo il merito di aver ideato la rivista Verbanus e il cenacolo della Società dei Verbanisti, il premio Lago Maggiore per lavori di ricerca storica, il servizio del Libro Parlato per lettori privi della vista e molto altro. I libri di storia da lui voluti hanno gettato le basi per la conoscenza e lo studio approfondito del territorio.
Innamorato dei laghi e delle montagne, ne ha promosso e divulgato l’immagine con libri d’arte e di turismo, grazie a un fecondo sodalizio con il pittore Carlo Rapp. Resta in chi l’ha conosciuto il rimpianto per la scomparsa di un amico, nella città il rimpianto per la perdita di un cittadino di cui essere orgogliosi (la cittadinanza onoraria gli era stata data nel 2003).
In tutti l’impressione che con “il” Carlo tramontino un’epoca e uno stile imprenditoriale irripetibili.