Svolta per il futuro di Veneto Banca (nota in zona con il marchio dell’ex Banca popolare di Intra)? Parrebbe di sì. Ieri il consiglio straordinario di Intesa Sanpaolo ha dato il via libera al “salvataggio” delle banche venete. L’istituto si è dichiarato disponibile ad acquistare per un “corrispettivo simbolico” (probabilmente un euro), le “good bank” di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, cioè dopo la loro ricapitalizzazione da parte dello Stato e la separazione delle passività dei crediti deteriorati in un “bad bank” finanziata sempre dallo Stato e il burden sharing di azionisti e obbligazionisti.
Nell’operazione è previsto anche che il governo integri il decreto varato venerdì scorso per congelare il bond di Veneto Banca con un meccanismo di tutela per assorbire la fuoriuscita di 4mila dipendenti dei due istituti attraverso il Fondo esuberi.
Perché per Intesa l’operazione deve avvenire senza che debba compiere aumenti di capitale per non modificare la sua politica sui dividendi.
La disponibilità di Intesa Sanpaolo – precisa la nota – riguarda l’acquisizione di un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), i crediti in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all’acquisizione. L’operazione è inoltre subordinata all’incondizionato placet di ogni Autorità competente, anche con riferimento alla relativa cornice legislativa e regolamentare.