Enrico Borghi rassicura i frontalieri: “Nelle delicate ore notturne che sono seguite alla firma del Decreto del Presidente del Consiglio sull’emergenza Coronavirus, abbiamo subito lavorato affinché i ministeri degli esteri di Roma e Berna si parlassero per chiarire le conseguenze del provvedimento sui lavoratori frontalieri. Grazie a questa interlocuzione è stato chiarito che i nostri frontalieri che non possono utilizzare il telelavoro o le modalità di smart working potranno recarsi quotidianamente al lavoro oltreconfine, rientrando nella fattispecie delle “comprovate esigenze lavorative”. Abbiamo inoltre chiesto alle autorità ticinesi di mettere in campo iniziative simili a quelle italiane per promuovere e facilitare le modalità di lavoro da casa anche nel Canton Ticino. Registriamo positivamente, anche alla luce dell’importanza per la Svizzera dell’opera dei nostri frontalieri, che a Bellinzona si sta lavorando in questa direzione”.