Aggiornato al 18 Aprile 2025

Frontalieri bloccati per tre ore sul treno in galleria

Bloccati per tre ore su un treno al buio nella galleria del Sempione, costretti a viaggiare in un treno di soccorso senza scompartimenti, “ammassati come animali”, senza alcun rispetto delle misure di sicurezza per il Coronavirus, con alcuni frontalieri obbligati a restare all’interno del tunnel che arrivasse un altro treno a prenderli. È questa la denuncia fatta da un gruppo di frontalieri ossolani che sono rimasti bloccati intorno alle 17.30 di ieri per un paio d’ore nel tunnel dopo essere partiti da Briga alle 17.22. Racconta un frontaliere: «Eravamo in mezzo al tunnel del Sempione, al km 10: si è iniziato a sentire un forte rumore di materiale che finiva sopra al nostro treno, che ha iniziato a tremare. Sembrava che la carrozza dovesse deragliare, d’istinto noi passeggeri ci siamo buttati per terra a ripararci. Ma dopo qualche secondo il treno ha subito inchiodato, fermandosi nel bel mezzo della galleria. Si è subito sentito un forte odore di bruciato provenire dall’esterno e un vetro di una carrozza si è rotto. Dopo 20 minuti ci hanno annunciato che il pantografo si era rotto; dopo il silenzio totale. Dopo un’ora il treno ha esaurito le batterie di riserva e si sono spente definitivamente le luci. Siamo rimasti al buio, all’interno della galleria, senza aver più notizie di quello che stava succedendo. Dopo un’ora e mezza abbiamo intravisto i primi tecnici, capotreno e controllori, che iniziavano a togliere il materiale caduto sotto al treno e a ripararlo, ma senza successo anche con l’aiuto dei soccorsi arrivati con un treno diesel da Briga. Dopo 2 ore e 20 minuti all’interno del treno senza sistema di aerazione iniziava a mancare aria. In più eravamo con le mascherine e i soccorsi arrivati (senza Dpi anti Coronavirus) si stavano preoccupando esclusivamente del treno e non dei passeggeri che erano da diverso tempo all’interno delle carrozze». Poi i passeggeri sono stati fatti scendere: «Ci hanno fatto fare un pezzo di marciapiede che costeggiava il treno guasto fino ad arrivare al loro treno di soccorso sprovvisto di carrozze chiuse ma adibito solo per il soccorso e manutenzione del treno e non per passeggeri. Ci hanno caricato lì, ammassati come animali, senza tener conto delle distanze. Poi hanno perso 20 minuti inutili per tentare di trainare via il treno. Poi hanno deciso che eravamo forse più importanti noi del loro bellissimo trenino verde delle Alpi e siamo finalmente usciti fuori dopo 3 ore e mezza di agonia. Al binario di Briga non c’erano né polizia né dottori che potessero accertarsi della nostra salute. In più sul treno di soccorso non solo saliti tutti i passeggeri perché non c’era spazio per tutti: alcuni hanno dovuto attendere nel tunnel del Sempione che salissimo sul treno delle 17.56 che va da Briga a Domodossola che si è fermato in mezzo al tunnel per farli salire». Abbiamo contattato per una replica le Ferrovie svizzere che gestiscono la sicurezza del tunnel: «Stiamo conducendo un’indagine per capire quanto accaduto – spiega un addetto stampa -, nel frattempo dobbiamo dire che abbiamo molto a cuore il rispetto delle distanze di sicurezza per il Coronavirus e per noi tutti i passeggeri sono importanti. Il treno che ha effettuato il soccorso purtroppo non è pensato per il trasporto abituale dei passeggeri e non abbiamo potuto modificarlo per adeguarlo alle normative Coronavirus». Intanto sulla vicenda il parlamentare locale Enrico Borghi (Pd) ha presentato un’interpellanza urgente chiedendo ai ministri dei Trasporti e degli Esteri di fare chiarezza su quanto accaduto: «Per oltre 2 ore e mezza – scrive Borghi – i viaggiatori sono stati lasciati in balia di sé stessi, completamente al buio, all’interno del treno fermo nel cuore della galleria, senza che il personale viaggiante si prendesse cura di loro e soprattutto senza che si predisponesse un’immediata evacuazione delle persone presenti prima di affrontare qualsivoglia intervento di carattere manutentivo sul materiale viaggiante. Tale circostanza ha impedito ai viaggiatori di poter assicurare le distanze di sicurezza previste dalla normativa in materia di prevenzione anti Coronavirus, senza che il personale viaggiante ponesse in atto misure preventive come da obblighi di legge. Inoltre il trasbordo delle persone è avvenuto con gravi ritardi e con disagi rappresentati da tutti i testimoni presenti al fatto».

RIPRODUZIONE RISERVATA ANCHE AI FINI DELLA AI

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