Se ne è andato in silenzio, accompagnato forse solo dal suono della sua fisarmonica o dal banjo che aveva imparato da solo a suonare poco più che bambino. Un autodidatta, a suo modo un artista, Gianluca Goffredi, “Goffo” per tutti, 44 anni, si è spento lunedì scorso nella sua abitazione di Sant’Anna, dove aveva vissuto con la mamma Anna (scomparsa qualche anno fa) e dove in tanti, amici e conoscenti, lo ricordano con affetto. «Quando non c’erano ancora i cellulari mi chiamava sul telefono di casa – lo ricorda un’amica – solo per suonarmi col benjo la canzone del film “Stand By me” che ci piaceva tanto». «Ha imparato a suonare da solo il banjo prima e poi la fisarmonica – continuano gli amici -. La musica era il suo modo di comunicare e di farsi capire. A volte non parlava ma ci suonava qualcosa. E poi c’era la sua mitica vespa “Hazard”». E non era difficile vederlo camminare per Sant’Anna, il suo quartiere, a volte con la fisarmonica in spalla e partecipare anche alla festa in piazza Città Gemellate. A volte si fermava a suonare davanti al bar edicola o in qualche altro locale. Di lui in tanti ricordano la sensibilità, il silenzio che diventava parola ed emozione con la musica. Perché con lui la vita non era stata semplice, sua mamma era l’unico punto di riferimento e il suo sostegno. «Lo ricordo da bambino, ragazzino, veniva con noi in campeggio con l’oratorio – le parole di don Egidio Borella -. Era un ragazzo fragile, sensibile, ma grazie alla musica era riuscito a superare la sua timidezza e a farsi conoscere e apprezzare. Ricordo che per un certo periodo aveva anche guidato i pullman ed era bravo». Nell’ultimo periodo purtroppo aveva scoperto un brutto male che sperava di poter combattere. Avrebbe dovuto essere operato ma la situazione è precipitata. «Ci mancherà».