Oltre il danno dell’alluvione, la beffa del saldo da pagare. E’ un conto salatissimo quello che il pastore di Bannio Anzino, Fiorenzo Hor, ha ricevuto nei giorni scorsi dal Comune di Premosello Chiovenda. Hor aveva perso quasi mille capi nella notte tra il 2 e 3 ottobre scorsi, quando il Toce uscì dagli argini e sterminò il suo gregge di pecore e capre (quasi mille capi morti). In totale ora il Comune di Premosello chiede ad Hor 24.403,33 euro, di cui 18.182,40 euro a carico di Hor e la rimanenza a carico di altri pastori di cui Fiorenzo amministrava le pecore e le capre.
Nel conteggio totale ricevuto da Hor ci sono la rimozione e lo smaltimento delle carcasse (18.365,88 euro), ma anche il noleggio di una pala gommata e di tre trattori con operai specializzati (per un totale di 4859,54 euro), il gasolio per i mezzi comunali (350 euro) e, beffa delle beffe, anche le spese per i pasti dei volontari della Protezione civile (828 euro). Hor nelle scorse settimane molto faticosamente aveva tentato di ricostruire un piccolo gregge per ripartire, con l’aiuto e la solidarietà di tanti, anche dall’estero e dal Cadore; persone che, toccate dalla sua storia, avevano mandato un’offerta all’anzaschino per aiutarlo a riprendere l’attività. A detta di Hor nei giorni dell’alluvione il Comune di Premosello, allora amministrato dal sindaco Giuseppe Monti, gli diede garanzie che si sarebbe fatto carico dei costi di smaltimento; ora però il Comune è stato commissariato dopo l’arresto e le dimissioni di Monti in seguito ai noti fatti inerenti il “nucleo Covid” di Premosello. Alla fine resta il conto da pagare. Ed è molto, molto salato.