«Non si possono dare ristori a un ristorante; è una presa in giro, noi non abbiamo fame, noi siamo sfiniti, stroncati. Non vogliamo ristori ma indennizzi. Siamo stati umiliati: è arrivata una mole enorme di soldi ma è stata distribuita a pioggia, anche a chi magari non ne aveva davvero bisogno». Queste le parole di Massimo Sartoretti (foto), responsabile locale di Confcommercio e membro del direttivo nazionale per bar e ristoranti, che ha partecipato alla manifestazione di giovedì 1° aprile a Novara, organizzata da Confcommercio Alto Piemonte, che ha coinvolto 19 sigle associative diverse e attirato manifestanti anche dal Vco. Erano attesi 200 commercianti, ne sono arrivati circa 350, ma tutto si è svolto nel pieno rispetto delle norme anti Covid. C’erano una trentina di commercianti dall’Ossola, una decina dal Verbano e altrettanti dal Cusio. Dice Sartoretti: «Volevamo far sentire la nostra voce al mondo politico e qualche riscontro lo abbiamo già avuto. Anche se è difficile vogliamo dire ai nostri associati che noi ci siamo e cerchiamo di farci sentire». Tanti i casi denunciati da ristoratori e commercianti. C’è chi ha fatto notare che in questi giorni di Pasqua, ad esempio, non è stato possibile per molti turisti italiani andare a fare le feste sul lago o sulle montagna dell’Ossola, ma potevano raggiungere Ibiza o Formentera, con un danno enorme per il turismo locale. «Istanze – spiega Sartoretti – che stiamo portando a Roma, dove sono consigliere nazionale. Con il cambio di Governo abbiamo dovuto superare i tempi tecnici per trovare gli interlocutori giusti. Nelle ultime settimane siamo ripartiti, abbiamo trovato un buon interlocutore nel ministro del turismo Massimo Garavaglia. Cercheremo di parlare anche con il Comitato tecnico scientifico (Cts), per noi il vero cuore del problema. Il 13 aprile avremo un incontro a Montecitorio e faremo notare ai tecnici che nonostante i ristoranti chiusi la curva non è calata. Nei nostri locali si rispetta il distanziamento». Il vero nodo, dice Sartoretti, è quello dei trasporti. Molti hanno puntato il dito contro il coprifuoco alle 22. Così come non funziona il sistema dei ristori: «Il nome stesso è una presa in giro». Vero: nel 2020 alcuni ristoratori nei mesi estivi hanno avuto un buon incremento ma che non ha compensato il calo totale. La ristorazione ha perso oltre il 40%. «Ci sono poi categorie che stanno peggio di noi – dice Sartoretti – come discoteche, agenzie di viaggio, scuole di ballo e piscine che non hanno avuto nemmeno la lieve ripresa estiva». Ci sono ristoranti che hanno perso oltre 400mila euro di fatturato a fronte di ristori di appena 5-6mila euro. Confcommercio ha deciso di non aderire alla manifestazione dell’Associazione “Io Apro” che sta dilagando in Lombardia ed Emilia Romagna. «Protestiamo ma vogliamo stare nella legalità» conclude Sartoretti.