Si sta allargando l’indagine dei Carabinieri della Compagnia di Domodossola che aveva portato all’arresto il 29 marzo scorso di tre cittadini di nazionalità marocchina che svolgevano attività di spaccio nei boschi di Brovello Carpugnino, dove i tre vivevano all’interno di una tenda.
Le indagini dei militari dell’Arma, coordinate dal capitano Alberto Rondano e dalla Procura della Repubblica di Verbania, svolte utilizzando anche tecnologie di ultima generazione, ha consentito di ascoltare delle conversazioni nelle quali alcuni soggetti parlavano di armi clandestine che venivano detenute illegalmente e non denunciate e che sarebbero state utilizzate, secondo una ricostruzione, per compiere estorsioni e minacciare clienti degli stupefacenti che non pagavano la droga.
L’inchiesta dei Carabinieri, molto complessa, spiegano dalla Compagnia domese, è stata portata avanti con mezzi investigativi vecchi e nuovi, compresi pedinamenti e appostamenti diurni e notturni “vecchio stile” che hanno dato frutti importanti. Alla fine sono stati identificati ed arrestati in tre: un uomo ed una donna di nazionalità italiana e un cittadino albanese, che vivevano ed operavano nella zona tra Omegna e Domodossola. Le perquisizioni nelle loro abitazioni e in alcuni punti di appoggio dei tre hanno consentito di trovare un elevato numero di armi e munizioni di vario calibro, tra cui due pistole a tamburo senza matricola, due silenziatori per carabina, una carabina artigianalmente modificata, ed oltre a 40 grammi di cocaina.I tre sono stati arresti e sono detenuti nella casa circondariale di Verbania e nel carcere femminile di Vercelli.