Aggiornato al 5 Dicembre 2024

Verbania, fermato dai carabinieri con documenti falsi, pregiudicato 42enne nei guai

Era la tarda serata di ieri, mercoledì, quando i carabinieri della sezione Radiomobile di Verbania hanno tratto in arresto un pregiudicato di 42 anni di origini albanesi, per detenzione di documenti validi per l’espatrio contraffatti. Questi i fatti. Erano circa le 20 quando una pattuglia del Radiomobile di Verbania, durante un consueto servizio di controllo del territorio, nel centro di Gravellona Toce ha fermato un’auto di piccola cilindrata alla cui guida si trovava un uomo. Da un primo riscontro lo stesso si sarebbe dichiarato di nazionalità greca ed avrebbe esibito ai carabinieri una patente di guida e una carta d’identità greche. Ma il fiuto investigativo dei militari li ha portati ad approfondire con ulteriori verifiche, dapprima relative al veicolo, risultato a nome di una persona che di auto ne aveva intestate già 41. Inoltre «qualcosa sull’identità dell’uomo non tornava – hanno fatto sapere dall’Arma in una nota -, pertanto uno dei carabinieri per metterlo alla prova, utilizzando l’applicazione di traduzione del proprio cellulare, pronunciava diverse parole greche alle quali l’uomo avrebbe dovuto rispondere. Lo stesso invece sembrava del tutto ignaro del loro significato non reagendo in alcun modo. Inoltre anche un primo esame dei documenti faceva dubitare della loro genuinità». Ed una volta portato in caserma e sottoposto a fotosegnalamento, il 42enne «è risultato un cittadino albanese con ben 14 alias – hanno fatto sapere ancora i carabinieri – e numerosissimi precedenti per reati contro il patrimonio. Stante le risultanze investigative, corroborate anche dalla perizia sui documenti che hanno confermato la loro falsità», l’uomo «è stato arrestato e trasferito nel carcere di Verbania. Nella mattinata di oggi, giovedì, analizzando gli alias del pregiudicato, è emerso un provvedimento restrittivo di un anno e sei mesi per furto in abitazione, emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura generale della Corte d’Appello di Roma», che i carabinieri gli hanno successivamente notificato in carcere, arrestandolo per la seconda volta.  

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