Aggiornato al 6 Ottobre 2024

«Riattivate i posti letto di assistenza pediatrica al San Biagio». E’ l’appello del sindaco di Domodossola Lucio Pizzi

Oltre mille firme, un padre che non si arrende, la campagna di stampa di Eco Risveglio ed il sindaco del capoluogo ossolano che scrive alla dirigente Asl, Chiara Serpieri, al presidente della Regione, Alberto Cirio, e al suo assessore, Luigi Icardi. E’ da maggio che piovono proteste per l’assenza di un’assistenza ai bambini di Domodossola, costretti al trasferimento al Castelli di Verbania perché la Pediatria non c’è più. Lo scippo nel 2019 con la promessa di una riapertura alla fine dei lavori, dall’allora manager Asl, Angelo Penna. Oggi: un lettino dietro a un pronto soccorso congestionato di barelle con pochi medici e infermieri, tabelloni che non funzionano, code infinite al pronto soccorso. Da maggio Matteo Spataro, il padre della bambina portata al Dea e di qui al Castelli di Verbania, fa appello a tutti affinché la situazione venga risolta. E’ il sindaco Lucio Pizzi a rispondere per primo. Dall’Asl avevano spiegato che attendevano la relazione del medico sul caso. Il padre al momento dall’Asl non ha ricevuto risposte. Il primo cittadino riprende la cronistoria di Eco Risveglio e scrive che «nell’ottobre del 2018 iniziavano i lavori per la messa a norma del pavimento del Country Pediatrico, necessari per rimuovere l’amianto, e il servizio veniva provvisoriamente spostato presso il DEA, con l’esplicito impegno da parte della Direzione Generale dell’ASL VCO di ripristinare l’assistenza pediatrica una volta terminato l’intervento di riqualificazione. I lavori sono conclusi da anni però, in spregio ad ogni promessa, non solo il servizio di Country Pediatrico non è stato ripristinato ma addirittura è stata soppressa anche la degenza pediatrica al DEA. Avete privato i bambini ossolani di quei luoghi di cura che consentirebbero alle loro famiglie, come è giusto e naturale, di assisterli senza disagio, senza cioè onerosi trasferimenti a Verbania – scrive Pizzi – . L’emergenza legata al COVID19 è terminata ed è ormai tempo di rispettare gli impegni riattivando i posti letto di assistenza pediatrica, così da garantire un servizio di cui Domodossola e l’Ossola non possono e non vogliono fare a meno». E poi la presa di posizione rispetto alla decisione del consiglio regionale, di non realizzare l’ospedale nuovo a Domodossola, nonostante più di 30 sindaci avessero votato a favore, ma di riqualifcare idue ospedali. Pertanto Pizzi evidenzia «inoltre come sia l’ultima deliberazione in materia di sanità del consiglio regionale, che ha deciso la riqualificazione dei due ospedali esistenti, sia le ripetute affermazioni dei vertici politici della Regione, i quali hanno garantito la presenza di DEA di primo livello in entrambi gli ospedali, risultano una puntuale circostanza rispetto al problema in argomento, in quanto conseguentemente è ora possibile e sono quindi a chiederLe di programmare al più presto la riapertura dei Reparti di Pediatria e Ostetricia all’ospedale San Biagio di Domodossola, risolvendo così alla radice il problema. Non risulta necessario infatti attendere anni di riqualificazione edilizia per attivare i servizi che, come è noto, la normativa prescrive tassativamente in presenza del DEA di primo livello. In ogni caso l’occasione è utile per evidenziare alla S.V., e per il suo tramite ai vertici regionali, come la scelta effettuata (riqualificazione dei due ospedali esistenti invece che realizzazione di uno nuovo e moderno) viene letta dalla comunità che rappresento nell’unico senso possibile e senza fraintendimenti di sorta: a Domodossola, così come credo a Verbania, si attende un vero ospedale con DEA di primo livello e non verranno invece accettati due mezzi ospedali con privazioni di reparti e pazienti sballottati da un sito all’altro. Risulta quindi improcrastinabile avviare senza indugio una seria e progressiva riorganizzazione dei servizi, comprensiva chiaramente della medicina territoriale e del sistema di emergenza, che sia conseguente alla decisione assunta e alle promesse fatte, riorganizzazione che non deve necessariamente attendere i lunghi tempi dettati dagli interventi edilizi: i malati hanno bisogno ora». 

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