Un uomo di 30 anni di nazionalità albanese, pluripregiudicato e irregolare sul territorio nazionale, è stato arrestato in flagranza di reato per estorsione, nel pomeriggio di giovedì 7 settembre. Il 30enne, che non ha mai vissuto nel Vco, voleva ottenere il controllo di una quota del mercato locale della cocaina. Così, in una zona boschiva ha nascosto, a disposizione di un altro spacciatore del posto, 500 grammi di cocaina, intimandogli di andare a recuperarla per procedere con l’immissione nel mercato. Ma il verbanese non ne ha voluto sapere di sottomettersi alle sue richieste, a quel punto «il cittadino albanese – fanno sapere dalla Questura – ha iniziato a inviargli messaggi minatori con cui, visto il fallito guadagno per la mancata vendita, gli intimava il pagamento di 20mila euro o, in alternativa, la restituzione dello stupefacente più la somma di 10mila euro come penale». Ma ancora una volta il giovane di Intra ha detto no alle richieste del 30enne, che a quel punto ha proseguito con i messaggi minatori, accompagnati dalla minaccia di “spedizioni in città di suoi collaboratori” al fine di riscuotere il denaro secondo lui dovuto. «L’insistenza dei messaggi – aggiungono ancora dalla Polizia -, inviati anche sul telefono della moglie del giovane, e gli ultimatum di richiesta di pagamenti oltre che le spedizioni punitive di fine agosto, lo hanno convinto a rivolgersi alla Squadra Mobile, visto che temeva per l’incolumità propria e dei suoi familiari». Agli agenti il verbanese ha spiegato che, malgrado i suoi trascorsi, non aveva alcuna intenzione di immettere sul mercato la sostanza stupefacente fattagli pervenire dall’albanese, per poi indicare il luogo dove era stata lasciata. Giunti sul posto, gli agenti dell’Antidroga hanno trovato e sequestrato 200 grammi di cocaina. «Appurata la genuinità della denuncia – dicono ancora dalla Questura – e il fondato pericolo per la vita dell’uomo, che appariva sempre più disperato, dopo il fallimento di un primo incontro tra il giovane e l’abanese, la Polizia predisponeva un mirato servizio di osservazione e controllo per il giorno in cui il 30enne comunicava che si sarebbe presentato personalmente a riscuotere i soldi della mancata vendita della roba a titolo di “risarcimento”». L’incontro è avvenuto in un locale di corso Mameli, a Intra, ed è stato documentato dagli uomini della Squadra Mobile. Mentre i due si trovavano seduti ad un tavolino, i poliziotti, che erano nelle immediate vicinanze, hanno notato che l’uomo di nazionalità albanese sporgeva sul tavolino un borsello al verbanese, nel quale quest’ultimo riponeva delle mazzette di denaro, riconsegnandolo poi al suo interlocutore. Alla fine dell’appuntamento gli agenti della Mobile hanno fermato i due e nel controllare il borsello, oltre che i documenti personali, hanno trovato le mazzette di denaro che erano state consegnate all’estorsore. «A nulla sono valse le dichiarazioni dell’albanese – conclude la nota dalla Polizia -, circa la provenienza del denaro, asserito come proprio, poiché le matricole delle banconote corrispondevano a quelle sulle mazzette fotografate all’atto della consegna. Dopo l’arresto, su disposizione dell’autorità giudiziaria, il 30enne è stato accompagnato nel carcere di Pallanza, dove si trova».