Elio e le Storie sanno ancora ridere (e, soprattutto, fanno ancora ridere, che di questi tempi è già una notizia). Nel loro concerto di ieri sera, mercoledì, a Verbania gli Elii si sono presentati di bianco vestiti e con una formazione un po’ rimaneggiata (con due nuovi batteristi al posto dell’assente Meyer e senza Rocco Tanica, ormai allergico ai live) ma hanno portato tutta la loro verve in musica e spettacolo.
Il concerto parte col botto, con La Terra dei Cachi, che parla di un’Italia (italietta?) di qualche anno fa ma attuale più che mai ancora oggi, per poi planare sui grandi e grandissimi successi del gruppo, dal “Vitello dei piedi di balsa” fino al “Supergiovane” e gran finale con “Tapparella” in un bis che ha soddisfatto i fan.
Incursore privilegiato il mitologico Mangoni: architetto, attore, cantante, cabarettista, il tutto in una sola persona. Spicca sul palco perché è l’unico non in total White (Elio elegantissimo con i bermuda e i reggicalze) e si capisce fin da subito che gran parte del budget della serata è destinato ai suoi costumi con cui rende vivi e vitali i personaggi evocati dalla musica (peccato sia mancato Shalpman).
Il resto è musica di altissima qualità (trovare un bassista bravo come Faso, un chitarrista estroso come Cesareo, un cantante dotato come Elio tutti nella stessa band oggi è impossibile in Italia). Il gruppo meno politically correct della storia se ne infischia dei tempi che corrono e li racconta come nessun altro, senza paure e con un umorismo feroce che fa divertire prima di tutto i componenti della band. L’Arena del teatro Il Maggiore era piena, nonostante i timori della vigilia: Verbania ha gradito l’evento, che dimostra che anche il capoluogo lacustre, spesso descritto come sonnolento e distratto, partecipa con entusiasmo agli eventi quando sono all’altezza.