«Io ho sempre la premura di avvisare i sindaci quando mi appresto a visitare i presidi ospedalieri come ho già fatto in decine di occasioni, anche in questo caso la comunicazione è stata inviata, ci siamo sentiti anche con dei messaggi e gli ho ribadito che mi avrebbe fatto piacere averlo con noi, mi ha detto che aveva preso precedenti impegni e quindi non posso fare altro che augurarmi di poterlo incontrare la prossima volta perché trovo importante vedersi con chi amministra le città. Dopo quattro mesi questa è la prima volta che mi capita per cui ho fatto modificare la comunicazione dalla mia segreteria, aggiungendo se mi volesse accompagnare mi rende particolarmente lieto». Ieri, sabato 26 ottobre, l’assessore regionale alla Sanità, eletto nelle file di Fratelli d’Italia, Federico Riboldi, ha risposto così alle domande dei cronisti all’ospedale San Biagio di Domodossola, sull’assenza del sindaco Lucio Pizzi in occasione della visita. La grammatica politica non mente e infatti a breve giro di posta, il primo cittadino, che si è visto negare dall’alleanza di centro destra nel corso dell’amministrazione cittadina, l’ospedale “unico” – in zona Nosere – tanto anelato anche da addetti ai lavori, dal centro sinistra (ma a Ornavasso) e da 32 sindaci circa in Ossola – non le ha mandate a dire al governo Meloni e all’ex assessore al Bilancio domese, Angelo Tandurella, Fratelli d’Italia, citato come “tutto fare”; bollando il giro dell’assessore alla Sanità regionale (che succede a Icardi) come «passerella elettorale vuota di contenuti».
COSA HA DETTO PIZZI
Ma veniamo alla sintesi della nota del sindaco, ex Forza Italia da oltre 10 anni, che si dice si stia avvicinando al centro rappresentato in Provincia dal senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, mentre lui continua a sostenere: «Sono lontano dai partiti , bado alla mia città». Scrive che Fratelli d’Italia è il «partito degli annunci e delle promesse», snocciola i problemi della sanità in Ossola e nel Vco, uguali da 30 anni, mai risolti. Sulla ristrutturazione dei due ospedali, Castelli e San Biagio, dice «siamo allo studio di prefattibilità, forse tra 15 anni, forse mai, una barzelletta…». Nel dettaglio cita il mancato concreto intervento del mini reparto di Pediatria al San Biagio: «non ancora operativo» nonostante gli annunci pre elettorali, e poi cita le liste d’attesa (di cui con Eco Risveglio scriviamo da anni), parla di una «sanità pubblica che si sgretola a vantaggio dei privati». E a chi o accuserebbe di politica da “Uomo qualunque” Pizzi tira dritto citando «i pochi operatori sanitari che, nonostante tutto, continuano a dare al proprio mestiere il ruolo di una missione». Insomma non potrebbe essere più chiara la ragione dell’assenza di Pizzi alla visita di Riboldi. Per la cronaca vale ricordare che invece il primo cittadino domese fu ben felice di accogliere il presidente della Regione, Alberto Cirio, in piena campagna elettorale. Ma non è un esponente di Fratelli d’Italia, partito con cui Pizzi ha a più riprese detto di non volere aver a che fare dichiarandosi apertamente “antifascista” come la città che amministra.
LO STUPORE E GLI ALLEATI
E delle dichiarazioni di Pizzi si è detto “stupito” l’assessore Riboldi, in particolare quando il sindaco si riferisce a Tandurella come a un “tuttofare” che invece Riboldi definisce «apprezzato amministratore di lungo corso» (cinque anni con Pizzi nella prima legislatura, oggi in consiglio come minoranza, ndr). Lamenta, Riboldi, una mancanza di stile perché l’amministrazione non ha mandato nessuno della giunta a rappresentare il Comune. C’erano, a Domodossola, visibili nelle foto, l’addetto stampa Asl, Massimo Nobili, la manager Asl, a fine anno in pensione, Serpieri, e il sottosegretario, della Lega, Alberto Preioni. Quest’ultimo tira dritto nella querelle (nell’occhio del ciclone ci è già passato) e non si fa crocerossina dell’alleato di FdI: «Io sono convinto che l’amministrazione Pizzi – dichiara Preioni – sarà soddisfatta di avere 100 milioni per un San Biagio totalmente nuovo, non mi metto in mezzo tra i due, si sono già risposti. Noi facciamo gli ospedali, non li disfiamo» ribadisce. Staremo a vedere.