Aggiornato al 1 Giugno 2025

Il Ministero ha deciso (già a febbraio): si ristrutturano i due ospedali ma rimarrà un solo Dea

Ci sono voluti tre mesi e due giorni, in cui il documento «è rimasto chiuso in un cassetto», come accusa il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi, ma finalmente la Regione Piemonte ha alzato il sipario sul parere del Ministero della Sanità sulla ristrutturazione dei due ospedali del Vco, il Castelli di Verbania e il San Biagio di Domodossola. Il via libera era arrivato lo scorso 20 febbraio: “parere tecnico favorevole con prescrizione e forti raccomandazioni”. A trasmettere il parere al Comune di Verbania, giovedì 22 maggio, è stato il dottor Antonino Sottile, su indicazione dell’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi. Il progetto complessivo di ristrutturazione, che ammonta a 200 milioni di euro, di cui 190 milioni a carico dello Stato e 10 milioni a carico della Regione, è stato approvato. Con un grosso “ma”. La “prescrizione” fondamentale impone alla Regione Piemonte di “provvedere all’adozione di uno specifico atto formale che garantisca il rispetto della programmazione della rete ospedaliera in conformità agli standard del Decreto ministeriale 70/2015” prima dell’ammissione al finanziamento. Ma cosa prevede esattamente il decreto ministeriale? Definisce gli standard di cura minimi e le condizioni per avere Dea di I livello. Che sono nette: un bacino di utenza tra i 150mila e i 300mila e 45mila accessi “appropriati” all’anno. Al Vco (153mila abitanti) spetta un solo Dea di I livello. Ma non solo: il Ministero parla di “forti raccomandazioni”. In particolare, si “raccomanda fortemente di garantire, in un unico presidio, la presenza di tutte le discipline necessarie alla gestione multidisciplinare dei pazienti critici”. Il che in soldoni significa concentrare le discipline collegate al Dea (cioè, quasi tutte) in un solo ospedale, svuotando l’altro del tutto o quasi. Quindi per fare le ristrutturazioni la Regione dovrà indicare dove sorgerà il Dea. Sarà a Domodossola? Sarà a Verbania? L’altro ospedale dovrà accontentarsi di un pronto soccorso e di pochi reparti di secondaria importanza. Ora la Regione dovrà recepire le prescrizioni e le raccomandazioni ministeriali con un apposito atto per accedere ai finanziamenti e dare il via ai lavori, condannando uno dei due ospedali (il candidato numero uno al momento è il Castelli di Verbania) a diventare un “ospedalino”.

 

LE REAZIONI POLITICHE

Durissimo l’intervento del Partito democratico, che aveva sollecitato nei giorni scorsi la Regione a diffondere il parere: «Non c’è più spazio per soluzioni di comodo o promesse elettorali senza fondamento. Quella del doppio ospedale è sempre stata una bugia politica, smentita ora nero su bianco dal Governo nazionale». Aggiunge Riccardo Brezza, segretario provinciale del Pd: «Cirio e la destra di governo mettano ora in campo la realizzazione di un nuovo ospedale baricentrico, moderno, funzionale. Il sindaco di Verbania Giandomenico Albertella deve smetterla di fare lo struzzo: come presidente della Rappresentanza dei sindaci Asl ha il dovere di agire. È passato oltre un anno di silenzi, ambiguità e bugie. Ora è il momento della verità e del coraggio». Analogo il punto di vista del sindaco di Baveno, nonché presidente del Distretto sanitario del Verbano, Alessandro Monti: «Adesso servono scelte chiare, concrete e coraggiose. Il Ministero della Sanità conferma che uno solo dei due ospedali avrà il Dea e tutti i reparti. L’altro sarà un ospedale di serie C: diciamo no alla guerra dei territori e sì ad unico  ospedale moderno». Sulla stessa lunghezza d’onda Stefano Costa (Italia Viva Vco): «Il parere ministeriale ribadisce ciò che si sa da anni: non possono coesistere due Dea in un’area con le caratteristiche demografiche e territoriali del Vco. O si torna con coraggio all’idea dell’ospedale unico baricentrico, moderno ed efficiente, o si dovrà ammettere il fallimento del progetto, con la conseguenza inevitabile del declassamento di uno dei due presidi, riaprendo il conflitto tra territori». Durissimo Domenico Rossi, consigliere regionale del Pd: «Le prescrizioni del Ministero sono basate su norme conosciute, ma per ragioni di propaganda politica sono state ignorate facendo perdere solo anni alla popolazione del Vco». «Già il fatto che ci sia voluto tutto questo tempo a rendere publico il documento – dice Imerio Frattini (GT MoVimento 5 Stelle Vco) – la dice lunga sulla condivisione col territorio delle scelte sulla sanità pubblica. Bisogna parlare chiaro: Cirio e la maggioranza di destra (Lega e Fratelli d’Italia) vogliono un unico ospedale di riferimento a Domodossola, lasciando un piccolo pronto soccorso a Verbania. I residenti di Cusio e Verbano (che in estate raddoppiano per via del turismo) si sposteranno probabilmente sul Dea di Borgomanero. Alberto Cirio e la destra che lo sostiene (in particolare la Lega spinta da Alberto Preioni), rinunciando ad un ospedale unico, hanno pertanto decretato di fatto la morte della sanità pubblica nel Vco».

Al momento nessuna nota ufficiale sull’argomento è giunta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

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