Ciao Antonio, esempio di stile

E’ morto Antonio Lista, per molti lettori di Eco Risveglio una storica firma da Domodossola e non solo. Classe 1942 aveva diviso la sua vita tra molte passioni, tra le quali l’insegnamento e il giornalismo. Ho appreso la notizia stamani mentre ero in campo nella sfida calcistica a Vogogna tra giornalisti e amministratori locali per il memorial Lepri-Sestito. E ho subito pensato che sugli spalti ci sarebbe voluto lui, Antonio Lista, per commentare con la sua arguzia e la sua salacità una prestazione che per ovvi motivi anagrafici e tecnici è da annoverare tra quelle degli orbi della pelota (per la cronaca 4-4 il finale e vittoria politica ai rigori). Poi ho pensato a quella lettera che da qualche giorno (cambio persona e spero non mi bacchetterei e i lettori mi perdoneranno) volevo scriverti, e che è invece è rimasta nella penna: un po’ per scaramanzia, un po’ perché a volte le parole in certi casi suonano vuote (e tu avresti certamente trovato una locuzione per spiegarlo come lo dicevano Cicerone od Orazio). Me l’avevi chiesto tu non molte settimane fa, quando mi avevi comunicato che le tue condizioni di salute non ti consentivano più di proseguire la collaborazione con la nostra testata: “evitiamo sms, e-mail, telefonate”. E forse avevi ragione perché si rischia sempre in simili casi di lambire o tuffarsi nel compatimento o nel pietismo. Perciò rubo ancora qualche battuta solo per ricordare ciò che ti differenziava: lo stile (nella scrittura e nella vita). Si può essere grandissimi eruditi, oppure avere fantasia e talento, nel mestiere di scrivere o in quello d’insegnare. Ma senza stile siamo intercambiabili, sostituibili da automi. Quello che non poteva lasciare indifferenti nei tuoi articoli era lo stile (ai tuoi alunni avresti forse insegnato: la cifra dell’autore). I nostri atomi si riciclano in altre forme, per chi ha fede un giorno risorgeranno. Chi ama la letteratura, come tu l’hai amata, lo fa credo non solo per passione (che non ti difettava) o per il piacere che produce. Ma anche perché lo stile è eterno, è lo stile che rende vivi ancora Virgilio o Dante. Non dimenticherò mai il tuo stile, e facendo mio il tuo saluto, Antonio, ci auguro: Ad maiora.

RIPRODUZIONE RISERVATA ANCHE AI FINI DELLA AI

CONDIVIDI

ARTICOLI RECENTI