Aggiornato al 25 Aprile 2024

Ecco perché abbiamo scelto di non pubblicare il video della tragedia del Mottarone

Lo abbiamo spiegato sul numero di Eco Risveglio (vedi foto), edizione Ossola, in edicola oggi, giovedì 17 giugno (il giornale del Verbano Cusio Aronese e Borgomanerese era già stato diffuso) il motivo per cui abbiamo deciso di non pubblicare sul nostro sito il video che mostra gli ultimi 20 secondi della cabina della funivia del Mottarone, prima della tragedia. Così come avevamo fatto una settimana prima con la registrazione della conversazione tra soccorritori e carabinieri, durante i concitati momenti subito dopo la caduta, dove hanno perso la vita 14 persone, mentre un bambino di 5 anni è sopravvissuto rimandendo solo. Una scelta su cui non abbiamo avuto dubbi perché è la linea professionale che il nostro giornale ha sempre tenuto, così come ci contraddistingue un basso profilo nel raccontare i fatti di cronaca e il dolore altrui. Tutto ciò, pur nel rispetto dei colleghi che hanno fatto scelte diverse. Prima di tutto a noi, però, interessa avere riguardo nei confronti del dolore delle famiglie che hanno perso figli, genitori, nonni e nipoti. Questo ancor prima che venisse diffuso il comuncato della Procura, che sotto riportiamo integralmente. 

“In riferimento al servizio mandato in onda dal Tg 3 della Rai in data odierna (mercoledì 16 giugno, ndr), nel quale sono state trasmesse le immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza della funivia Stresa-Alpino-Mottarone, immediatamente riprese e descritte da numerosi organi di informazione, preciso che tali immagini, contenute in un file video, risultavano depositate, unitamente a tutti gli atti di indagine, all’atto della richiesta di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare, con diritto degli indagati e dei rispettivi difensori di prenderne visione ed estrarne copia, diritti ampiamente esercitati.

Si tratta, tuttavia, di immagini di cui, ai sensi dell’art. 114 comma 2 c.p.p., è comunque vietata la pubblicazione, anche parziale, trattandosi di atti che, benché non più coperti dal segreto in quanto noti agli indagati, sono realtivi a procedimento in fase di indagini preliminari.

Ma, ancor più del dato normativo, mi preme sottolineare la assoluta inopportunità della pubblicazione di tali riprese, che ritraggono gli ultimi drammatici istanti di vita dei passeggeri della funivia precipitata il 23 maggio scorso sul Mottarone, per il doveroso rispetto che tutti, parti processuali, inquirenti e organi di informazione, siamo tenuti a portare alle vittime, al dolore delle loro famigllie, al cordoglio di un’intera comunità.

Portare a conoscenza degli indagati e dei loro difensori gli atti del procedimento a loro carico nelle fasi processuali in cui ciò è previsto, non significa, per ciò stesso, autorizzare di avallare l’indistriminata divulgazione del loro contenuto agli organi di informazione, soprattutto, come in questo caso, in cui si tratti di immagini dal fortissimo impatto emotivo, oltretutto mai portate a conoscenza neppure dei familiari delle vittime, la cui sofferenza, come è di intuitiva comprensione, non può e non deve essere ulteriormente acuita da iniziative come questa”.

Olimpia Bossi, Procuratore della Repubblica 

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