Aggiornato al 20 Aprile 2024

Addio a Gianfry, eremita della Val Grande

L’hanno trovato due escursionisti, due ragazzi al bivacco dell’Alpe Vald. Lui è “Gianfry”, l’eremita della val Grande. Da anni ormai viveva in solitudine, a piedi scalzi, mangiando quanto trovava nei bivacchi e nel bosco. Oggi il 59enne però è morto davanti ai loro occhi. Qualcuno ha parlato di avvelenamento. Qualcosa che avrebbe ingerito. Per sopravvivere, diceva in un’intervista ad Eco Risveglio nel 2007 «recupero le cose scadute nei bivacchi, ma soprattutto i frutti di stagione: ciascuna ha i propri e io mi sposto in base ai loro tempi. Serve solo avere pazienza». Ma in realtà al momento ogni ipotesi (tranne quella di una morta violenta) è plausibile Gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di Finanza sono partiti con l’elicottero del 118 da Unchio e hanno raggiunto le alture della Val del Basso, dove ci sono gli ultimi alpeggi di Santa Maria Maggiore, in Val Grande. Qui la salma di Gianfranco Bonaldo (ma a tutti dichiarava: «Nome e cognome non importano più quassù») è stata prelevata e trasportata a Santa Maria Maggiore con il supporto logistico del Soccorso alpino di valle. Il sindaco di Santa Maria Maggiore, Claudio Cottini: «La fine di un nomade delle Alpi, suggestivo come lui, fa sempre un certo effetto, anche se come tutti gli uomini che vivono ai margini o fanno scelte estreme, era difficile ai più da decifrare».

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