Con una sentenza di 21 pagine il Consiglio di Stato ha definitivamente bocciato il ricorso dei sindaci dell’Ossola e dei pediatri della Federazione italiana medici pediatri del Vco sul Punto nascite di Domodossola. «Il Consiglio di Stato – dice Fabrizio Comaita, segretario Fimp Vco – non ha saputo comprendere le peculiarità del nostro territorio».
E a proposito del servizio Stam per il trasporto interospedaliero delle partorienti, il Consiglio di Stato precisa che «il fatto che siano occorsi gravi episodi nel corso di trasporti non dimostra di per sé l’inadeguatezza dello STAM così come attualmente organizzato ed in relazione alle difficoltà logistiche dei Comuni interessati, sia perché l’attivazione delle ulteriori e specifiche misure integrative sopra descritte è prevista dopo la chiusura del punto nascita sia soprattutto perché, allo stato, non è possibile escludere che gli eventi negativi derivino da erronei comportamenti umani piuttosto che dall’organizzazione del sistema che, comunque, deve ritenersi oggi integrato dal citato protocollo regionale ed è sempre perfettibile».
Sulla diversità di trattamento rispetto a Borgosesia e Susa il Consiglio di Stato ha definito accettabili le deduzioni del Tar, che aveva scritto di dover valutare per il primo il numero dei parti (che oscilla intorno ai 500 all’anno) e per il secondo la notevole distanza tra l’ultimo Comune della valle e il più vicino punto nascita (80 km) oltre all’impatto dei lavori del Tav.