Gli abitanti di Verbania, insieme a quelli del Comune di Cossogno, saranno nuovamente chiamati alle urne domenica 13 maggio. Il testo del referendum consultivo comunale parla chiaro: “Siete favorevoli alla fusione per incorporazione del Comune di Cossogno nel Comune di Verbania secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 30, della legge 7 aprile 2014 numero 56?”. In poche parole viene chiesto alle due popolazioni se sono d’accordo a “fondere” Cossogno in Verbania col risultato che il Comune del circondario verbanese diventerà una nuova frazione di Verbania. Sul “piatto” della fusione, così come nel resto d’Italia, ci sono importanti contributi economici per le due realtà: tre milioni di euro per 10 anni in caso di vittoria del sì. E per Verbania la vittoria del sì significa anche l’ingresso della città nel Parco nazionale Val Grande. Ai due Comitati nati in questi mesi è toccato il compito di spiegare alle due popolazioni le ragioni del sì e del no, con i partiti che a Verbania hanno voluto dire la loro: il centrosinistra col Movimento 5 Stelle si è espresso nel complesso a favore del progetto di fusione, mentre il centrodestra ha invitato a votare no o (come nel caso del sindaco di Cannobio ma residente a Verbania Giandomenico Albertella) a non recarsi alle urne. Al di là dei Comitati e degli schieramenti, domenica 13 potranno votare tutti i residenti nel comune di Verbania (alla data del 13 aprile), dalle 8 alle 22, che abbiano compiuto 18 anni alla data del referendum presentandosi al seggio con un valido documento di riconoscimento, negli stessi luoghi delle ultime elezioni politiche. A Cossogno invece potranno andare a votare nel solo seggio in municipio sempre dalle 8 alle 22.
Non sono mancate nelle ultime ore nuove polemiche dopo le dichiarazioni del presidente del Comitato per il no alla fusione di Cossogno in Verbania, Pietro Morelli, su una possibile chiusura della farmacia del comune del circondario verbanese in caso di avvenuta fusione.
Il gestore del dispensario farmaceutico, Giorgio Sironi, ha affisso un cartello proprio per ribadire che la farmacia non verrà chiusa indipendentemente da qualsiasi risultato referendario domenica. “Il presidio non è comunale ma è privato – spiega Sironi -. Il dispensario viene istituito nelle zone dove, per motivi geografici, non è possibile avere una farmacia. Il Comune fa domanda alla Regione ed in caso di delibera favorevole chiede alla farmacia più vicina la possibilità dell’apertura del dispensario. Una volta aperta non è però più facoltà del Comune la chiusura ma del gestore o della Regione. Nel caso di scelta della Regione si creerebbe un concorso per istituire una farmacia in sostituzione del dispensario”. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Cossogno, Doriano Camossi: “Dopo la posta, il comune e la farmacia, domani diranno che chiuderemo anche il cimitero. Non sanno che abbiamo già preso un impegno di spesa per sistemare un buco presente nel pavimento. La farmacia resterà aperta”. Sulla vicenda non si è fatta attendere la controreplica del presidente Morelli: “Le mie considerazioni sulla farmacia partono proprio dal dottor Sironi che, in un momento di sconforto per la chiusura della bottega Marinella, mi ha detto che avrebbe potuto chiudere anche lui. Se si vuol far passare che ho detto delle bugie senza riscontro, comunque, andrò per vie legali. Ho due testimoni che provano quello che dico”.