«Buongiorno, volevo segnalare che a Domodossola c’è un assembramento davanti alla Cariparma». «Buongiorno, c’è un camper fermo da giorni sotto casa nostra, i proprietari vengono da Napoli, venite». «Buongiorno, quattro persone parlano insieme nel cortile del condominio». Sono solo tre delle decine di segnalazioni, risultate infondate, ricevute dalle forze dell’ordine negli ultimi giorni da parte di cittadini. E’ caccia all’untore nella provincia del Vco? Non proprio, ma dal consueto giro di cronaca emerge che su sei ore di lavoro, almeno quattro, agenti e militari – che non sono di pattuglia – le passano a rispondere al telefono. Un po’ per spiegare come si traducono in quotidianità le disposizioni di Governo e Regione, un po’ per star dietro ai “guardiani della legge” (il termine è di Andrzej Sapkowski) che dai balconi e dalle finestre spiano, come piccoli voyeristi, l’unico pezzo di mondo che ancora riescono a vedere dal vivo. Un pezzo non mediato da social (ma anche lì su scala nazionale si sono creati appositi gruppi di delatori, come riportato da L’Espresso). Premesso che è buona norma seguire le disposizioni, è ormai accertato che sia la paura a trasformare comuni cittadini in guardiani della legge. La deriva è pericolosa, come insegnano storia e letteratura. Intanto perché alla paura del contagio si somma quella delle delazioni ingiustificate, fatte per pressappochismo e, nel peggiore dei casi per rabbia, frustrazione, ripicca. E poi perché nelle file dei guardiani della legge rischiano di infilarsi proprio quelli che la legge non la rispettano.