La giunta verbanese ha deciso di chiedere ad Eurospin di procedere subito con la Valutazione ambientale (Vas) strategica per il nuovo supermercato in viale Azari. «Chi amministra deve saper gestire la realtà e di quella prendersi la responsabilità delle scelte – intervengono sul tema il segretario cittadino del Pd, Aldo Reschigna, con Alice De Ambrogi -. Per questo abbiamo avviato un percorso che ci vede impegnati insieme alla giunta nel tentativo di cercare soluzioni alternative, pur complicate e difficili da trovare, che però devono avere ragioni di sostenibilità economica. La decisione di procedere verso una Vas va proprio in questa direzione, così come la necessità di approfondire i temi e le problematiche relative alla viabilità che presentano diverse criticità, così come lo scorporo degli oneri di urbanizzazione. Questioni che sono davvero complesse e per le quali ci troviamo a fianco della giunta, non per metterla in difficoltà con percorsi improbabili, ma per sostenerla nel tentativo di trovare soluzioni ragionevoli». E intanto continuano le prese di posizioni dure contro il progetto nell’area ex Hillebrant lungo viale Azari a Pallanza. «Molto si poteva fare per disinnescare questa bomba urbanistica attivata dall’amministrazione Zacchera (la variante 18 del 2010, ndr) – dice l’associazione Bincincittà – nulla si è fatto: l’amministrazione precedente è rimasta in attesa (in linea con le sue aspettative ed il suo programma), quella vigente la sta subendo. Ci si avvia quindi a completare con successo la “castellettizzazione” (termine complicato ma di chiaro significato), del centro urbano di Verbania». Quello che non si è fatto nell’ultimo secolo «si è fatto in poco più di una decina di anni trasformando il centro della città in un grumo di attività commerciali monofunzionali tipico dei grandi assi viari periferici (come appunto la lunga sequela di attività commerciali a Castelletto Ticino). L’assenza di una “visione” urbana, di un progetto integrato di città e dei ruoli che le singole parti potevano giocare all’interno delle trasformazioni necessarie in tutte le aree cuscinetto tra i centri storici, che sono andate a saturarsi di edilizia perlopiù informe salvo poche eccezioni, ha provocato l’occupazione del territorio in base a logiche di sola convenienza economica rinunciando ad un governo urbanistico nell’interesse generale». Un tema, questo, che per Bicincittà appartiene al dibattito «ormai morto e sepolto sulla costruzione di una centralità urbana affrontato solo negli anni Trenta a ridosso della formazione “amministrativa” della città di Verbania, sfiorato con i vari piani della zona di Sant’Anna e poi archiviato dall’urbanistica letteraria degli ultimi 30/40 anni che dichiarava una cosa e ne faceva un’altra. L’assenza di progetti di ampia scala ha consentito quindi di costruire marginalità, estemporaneità, episodicità nelle aree centrali della città senza costruire la sua “centralità” urbana riconoscibile e riconosciuta». Le motivazioni addotte per il nuovo supermercato sono tutte valide per l’associazione: il diritto acquisito, un atto dovuto, il recupero di aree dismesse, lo sviluppo, il decoro, le opportunità, il dovere di dare risposte, la crisi. «Il risultato è lo stesso: fare nel centro della città ciò che si è fatto per decenni in periferia assecondando “ogni” richiesta ed interesse privato ignorando ogni riflessione urbanistica e di opportunità pubblica e collettiva. Le conseguenze le conosciamo: perdita di identità, congestione viaria direzionando verso il centro traffico prevalentemente veicolare urbano ed extraurbano (al supermercato si va in auto non in bicicletta), ulteriore contributo alla desertificazione dei centri storici con la chiusura delle attività economiche di vicinato, omologazione del paesaggio urbano, ulteriore specializzazione funzionale di grandi aree con l’assenza di una diversificazione funzionale equilibrata. E tutto ciò sta avvenendo in piena fase di elaborazione del Piano particolareggiato di Acetati con problematiche, temi urbanistici e costi pubblici e privati di ampia portata».