Aggiornato al 24 Marzo 2025

Spunta una nuova proposta per l’area compresa tra viale Azari e via Crocetta dove potrebbe sorgere un supermercato

Maria Gabriella Lucchini è floricoltrice in pensione; allieva, collega e amica di Piero Hillebrand e ha deciso di intervenire (attraverso VerbaniaSettanta di Claudio Zanotti) per suggerire alle forze politiche un’altra proposta per l’area floricola tra viale Azari e via Crocetta diversa dalla realizzazione del supermercato Eurospin di cui tanto si sta discutendo in città. «L’area “Hillebrand” è una casa-azienda, fondata dal nonno Umberto, a Pallanza,  nel 1882 che costituisce un simbolo della floricoltura verbanese. Quello che oggi vediamo è ciò che rimane di una più ampia azienda agricola, sorta a poche centinaia di metri dalla chiesa di Madonna di Campagna e ormai in pieno centro urbano, ben servita dai mezzi pubblici, circoscritta ed accessibile, tutta in piano. Sono presenti dei littorini, ossia aiuole coperte, delle serre in vetro e muratura, alcune delle quali parzialmente interrate per sfruttare il calore naturale trattenuto dal suolo e dei laboratori, destinati alle operazioni colturali. C’è poi una villa, immersa in uno spazio verde con alcuni esemplari arborei di un certo pregio. Questo ambiente – continua Lucchini – è stata la dimora di uno studioso di botanica che ha contribuito in modo determinante alla definizione delle tecniche di riproduzione, applicabili su larga scala, delle piante del genere Camelia». Ora – si chiede la verbanese – cosa si potrebbe fare di diverso da un supermercato, in questo spazio? «Si potrebbe offrire ai verbanesi ed ai turisti un giardino pubblico che, pur aprendosi anche ad una funzione ricreativa, mantenga il suo carattere originario, diventando il luogo destinato alla riproduzione e diffusione gratuita di tutte le varietà di camelie presenti nel territorio del Lago Maggiore. Questo luogo di vita e di lavoro potrebbe continuare ad essere un riferimento per tutti coloro che hanno “piante madri” dalle quali sia possibile attingere patrimonio genetico e i verbanesi o gli appassionati di tutto il mondo interessati a ricevere gratuitamente un esemplare di talea radicata di camelia. Non sono pratica di questioni amministrative ma credo che una “fondazione” possa essere la forma giuridica più appropriata per coordinare e attivare un lavoro di questa complessità, che è destinato a coinvolgere decine di volontari. Servirebbe sicuramente una direzione robusta e legittimata, a sua volta emanazione di una proprietà costituita da più soggetti, sia pubblici che privati, in grado di mettere insieme le risorse economiche necessarie per dar vita al progetto. E’ pur vero che tutto ciò si può realizzare altrove, ma anche un supermercato si può ben fare al di là di una strada. Per quanto mi riguarda sono disponibile a studiare meglio questo progetto e contribuire alla sua realizzazione. Forse questa ipotesi è solo un sogno irrealizzabile, forse ormai i giochi sono fatti, forse è troppo tardi ma la dovevo esprimere. E’ un tributo a Piero, e all’amicizia che mi legava a lui».

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