Hanno lavorato come dipendenti in Svizzera, nella fascia oltre i 20 chilometri di distanza dalla linea di confine, omettendo di denunciare i redditi percepiti al fisco, come invece prevederebbero gli accordi bilaterali in materia fiscale con la Svizzera: si tratta di 134 evasori (di cui 113 totali e 21 solo parziali) pizzicati dalla Guardia di finanza di Verbania nel corso dell’operazione “Helvetia” che ha indagato il periodo tra il 2014 e il 2018, scoprendo redditi non dichiarati per 9.606.930 euro e un’evasione d’imposta pari a 2.239.144 euro. Facendo controlli incrociati con l’Inps e l’Agenzia delle Entrate, si è inoltre scoperto che tre di loro, lavoratori stagionali in Svizzera, convinti di non poter essere scoperti avevano anche omesso di comunicare all’Istituto nazionale di previdenza sociale le variazioni del proprio status di occupati, così da poter percepire anche l’indennità di disoccupazione senza averne diritto. Per due di questi tre è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”, così come prescritto dall’articolo 316 ter del Codice penale. Ad uno di loro, infatti, visto che la somma indebitamente percepita è stata pari a 3.791 euro, e quindi, sotto la soglia di €. 3.999,96, è stata applicata la sanzione amministrativa prevista dalla legge, mentre gli altri due, spiegano dal Comando provinciale della Finanza, «sono incorsi nella fattispecie penale, avendo conseguito un indebito beneficio per complessivi 21.814 euro l’uno ed 8.861 euro l’altro». Spiega il comandante provinciale, il colonnello Antonello Reni: «La meticolosa e articolata attività investigativa testimonia ancora una volta la costante attenzione ed impegno che le Fiamme gialle mettono nel contrasto all’evasione fiscale adottando, anche grazie alle numerose banche dati a disposizione, piani d’intervento sempre più mirati e selettivi che consentono di individuare con assoluta certezza quei contribuenti connotati da elevati profili di pericolosità fiscale. Queste azioni chirurgiche vogliono altresì contribuire a una più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini in rapporto alla capacità contributiva di ciascuno e a far meglio comprendere la massima “pagare tutti per pagare di meno”».