Un dibattito aperto con presidio in piazza Ranzoni è stato organizzato ieri, mercoledì, dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per informare la cittadinanza dello stato di salute della sanità pubblica territoriale. Un presidio che segue quelli già organizzati su tutto il territorio nazionale e che ora approda anche in Piemonte. In maniera unitaria i sindacati denunciano la mancanza di organizzazione regionale nei presidi ospedalieri e sul territorio, chiedendo il potenziamento dei servizi territoriali socio-sanitari, e una vera programmazione della sanità piemontese al fine di salvaguardare l’articolo 32 della Costituzione che assicura l’accesso universale e pubblico al diritto di cura. «A chi come me – ha detto un’infermiera dell’Asl Vco – è impiegato nella sanità da tanti anni, non ha mai spaventato il lavoro e credo lo si abbia dimostrato nell’ultimo periodo. Non ci interessa essere chiamati supereroi, vogliamo essere riconosciuti come medici, infermieri, Oss o quant’altro, essere riconosciuti come dei professionisti seri, che credono nel sistema sanitario e chiedono di lavorare in sicurezza». Secondo i dati forniti dai sindacati, la carenza di medici di base, la creazione di presidi ospedalieri territoriali che rischiano di rimanere chiusi per la forte mancanza di personale medico e sanitario, un numero di posti letto insufficiente dovuto ai continui tagli al sistema e l’allungarsi delle liste di attesa per le prestazioni ambulatoriali e chirurgiche, sono temi di fondamentale importanza che vanno affrontati e portati alla conoscenza dei cittadini. All’incontro, oltre agli esponenti del sindacato, Angelo Gallina e Attilio Fasulo, ha partecipato anche don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi.