Aggiornato al 27 Luglio 2024

I frontalieri sul piede di guerra contro il Governo

«E’ stato annunciato come un grande risultato l’accordo firmato il 13 novembre tra Italia e Svizzera sul telelavoro. In realtà è comunque una sconfitta se consideriamo che gli altri Paesi hanno ottenuto, già da tempo, una percentuale di gran lunga superiore, ovvero il 15% in più di lavoro da casa. E’ palese che il Governo italiano non ha la minima conoscenza di cosa sia il frontalierato e di quali benefici esso porti sui territori di provenienza dei frontalieri stessi». Così Antonio Locatelli, portavoce dei frontalieri, che prende posizione anche sulla tassa della sanità. «Il ministro Giorgetti ha chiaramente dichiarato che non si torna indietro – prosegue Locatelli – fregandosene altamente del fatto di non aver coinvolto i sindacati di categoria e dimenticandosi che grazie alle tasse dei frontalieri versate in Svizzera, tornano regolarmente in Italia ingenti somme ai Comuni di frontiera e alle Regioni di residenza dei frontalieri stessi. Ristorni per i quali inoltre non sono mai stati dati in modo specifico indicazioni dove siano stati utilizzati quando esiste la legge specifica che indica l’utilizzo degli stessi. Dopo la premessa, mi chiedo se a livello costituzionale – su questo punto  ho chiesto l’intervento sindacale e politico presso gli organi competenti – sia corretto che solo le Regioni della Lombardia e del Piemonte debbano assoggettate a questa tassa e non tutte le Regioni interessate dal fenomeno del frontalierato. A monte di tutto si può chiaramente dedurre che questo governo,  o quantomeno chi dovrebbe tutelare una categoria come quella dei frontalieri, ha dichiarato guerra a tutti i frontalieri con tasse inventate di sana pianta, con un accordo sui nuovi frontalieri che taglia le possibilità di una certezza economica a tutti coloro che sono entrati in Svizzera dopo il 17.07.2023 e cosa non da poco uccide in modo deciso l’economia di frontiera perché chi ha preso queste decisioni non ha nemmeno capito che le ricadute in termini economici sul territorio date dai frontalieri sono vitali». Della nuova tassazione ce ne siamo occupati in un recente articolo, in cui, peraltro, Locatelli auspicava  un incontro in Provincia, per discutere di vari temi. Il tavolo tecnico è stato ottenuto lo scorso 6 novembre, composto dal presidente della provincia del Vco, Alessandro Lana, dal vice Rino Porini, Domenico Albertella, Stefano Costa, il senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, Enrico Montani in rappresentanza di Alberto Gusmeroli (parlamentare Lega, vice sindaco di Arona), Antonio Locatelli  per i frontalieri con il sindaco di Re Massimo Patritti oltre a tutte le sigle sindacali Ocst, Unya  Vallese , Cgil , Cisl e, da Torino, in collegamento il consigliere regionale Alberto Preioni. «Si è discusso – ha fatto sapere  Antonio Locatelli in una nota – della nuova tassa per i vecchi frontalieri per sostenere finanziariamente la sanità delle regioni di frontiera come Piemonte e Lombardia, quindi già di per sé un’idea scorretta visto che i frontalieri sono presenti su tutte le regioni dell’arco alpino. Decisione calata dall’alto senza nessun preavviso ai sindacati di categoria che ovviamente durante la riunione hanno sottolineato questa grave situazione. Preioni ha annunciato che come regione Piemonte si sta valutando una  proposta di legge per un aumento degli stipendi nella sanità Regionale e che se qualora entrasse comunque in vigore la nuova tassa la regione Piemonte si impegnerò per fissare l’aliquota al 3%. I rappresentanti dell’Ocst, Camona, e della Cisl, Baccaglio, hanno sottolineano il fatto che nessuno ha coinvolto le parti sociali, Braka di Unya Vallese ha comunicato che i frontalieri del Vallese sono pronti anche ad una eventuale mobilitazione qualora la tassa dovesse essere applicata. Come frontalieri abbiamo sottolineato che non saranno certamente i soldi prelevati dalle tasche dei lavoratori a risollevare le sorti della sanità di confine e che comunque i frontalieri danno già notevole incremento alla fiscalità in Italia con il ristorno del prelievo fiscale sulle buste paga in Svizzera». Sono tanti i frontalieri che vedono nel comportamento del Governo e della Lega (altro articolo a pagina 32 con Alessandro Panza, euoparlamentare vigezzino a favore della tassa sulla Sanità) un torto, dato che attraverso i ristorni già vengono  versati i contributi. Resta poi da vedere come li usano i Comuni.

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