All’alba di oggi, giovedì, i militari della Guardia di finanza del Comando provinciale di Verbania hanno posto fine alle attività truffaldine «di un noto personaggio della cosiddetta “finanza creativa”» fanno sapere in una nota le Fiamme gialle. La persona in questione, rintracciata nella Milano bene, è stata raggiunta da una misura cautelare di custodia in carcere disposta dal gip del tribunale di Milano. Con lui, ad essere raggiunto dal medesimo provvedimento è stato il suo braccio destro. Di fatto «l’esecuzione del provvedimento – aggiungono dalla Finanza – costituisce l’epilogo di complesse e articolate indagini, delegate dalla Procura della Repubblica del tribunale di Milano nel settore del contrasto di reiterati episodi, anche in fieri, di truffa aggravata, riciclaggio e abusivismo finanziario». L’attività, che ha avuto inizio dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Verbania, era partita dall’analisi e dallo sviluppo di molteplici segnalazioni di operazioni sospette per quanto riguarda il riciclaggio e l’abusivismo finanziario. «Venivano acquisiti in particolare – aggiungono le Fiamme gialle – dati e notizie in relazione a presunte e plurime illecite attività di truffa aggravata, abusivismo finanziario e autoriciclaggio, ideate da un soggetto italiano, dallo pseudonimo di facile presa mediatica, e perpetrate sul territorio italiano ed estero (Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Belgio, Germania e Inghilterra)». Il protagonista delle condotte illecite, da più di dieci anni sfruttando la popolarità raggiunta con servizi dedicati su riviste settimanali nazionali, puntate televisive, ma soprattutto sui social quali Facebook, Instagram e TikTok, era dedito a commettere numerose truffe aggravate, che gli avevano permesso di raggiungere cospicue risorse finanziarie, al punto da sostenere un altissimo tenore di vita. Ancora dalla Finanza: «Le disponibilità finanziarie venivano impiegate e reinvestite nella costituzione di società estere nell’acquisto di beni extra lusso quali orologi Rolex e auto Lamborghini, ponendo dunque in essere ulteriori condotte di autoriciclaggio degli illeciti profitti». Per commettere i reati l’uomo si avvaleva di terze persone in difficoltà economiche, alle quali dietro compenso dava incarico di costituire, «ovvero di assumere fittiziamente l’intestazione di quote societarie o di relazioni bancarie/postali, al fine di veicolare più facilmente le ingenti somme di denaro provento di reato, che successivamente e in gran parte venivano trasferite sui conti esteri, con conseguente autoriciclaggio degli illeciti profitti». In poche parole «i sodali attraverso la vendita di quote di impresa sia italiane che estere, fondamentalmente scatole vuote, ovvero attraverso la vendita di orologi di lusso (Rolex, Patek Philippe, Ademars Piguet), mai di fatto consegnati agli acquirenti, hanno commesso numerosi reati contro il patrimonio e truffe aggravate, che hanno consentito lauti proventi illeciti, quantificati in circa un milione di euro».