Il sindaco di Macugnaga, Alessandro Bonacci, si trova dalla mattina di oggi, lunedì, agli arresti domiciliari. Il provvedimento gli è stato notificato in seguito all’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari di Verbania su richiesta della Procura della Repubblica di Verbania. Per Bonacci, 84 anni, l’accusa è di concorso in frode processuale e depistaggio, oltre che di falso materiale in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale. Secondo i finanzieri della stazione del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Domodossola, Bonacci insieme a due dipendenti comunali (per cui non è stato però confermato l’arresto da parte del gip) avrebbe creato una falsa ordinanza sindacale urgente per tentare di giustificare, dinanzi alla Procura della Repubblica, quanto da lui fatto nell’ambito di un altro procedimento penale che lo vede indagato per violazione di norme urbanistiche ed ambientali. Hanno spiegato dalla Guardia di finanzia in una nota: «Nel corso delle indagini condotte dai militari del Sagf improvvisamente, dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, appariva un’ordinanza ex art. 54 TUEL che prima facie sembrava giustificare l’operato del sindaco. Il sospetto che quest’atto potesse essere stato creato ad hoc, in quanto sino a quel momento mai esternato, ha indotto il procuratore della Repubblica a disporre degli approfonditi accertamenti delegandoli agli stessi finanzieri del Soccorso alpino che, dopo una serie di perquisizioni, acquisizioni documentali ed informatiche eseguite in collaborazione con i militari della Compagnia della Guardia di finanza di Domodossola, hanno acclarato l’effettivo tentativo da parte del sindaco di depistare e frodare il corso del procedimento penale». Il giudice delle indagini preliminari Mauro D’Urso, dopo aver ricevuto la richiesta della Procura della Repubblica che domandava per il sindaco gli arresti domiciliari e per i due dipendenti del Comune altre misure interdittive, ha proceduto (secondo quanto previsto dalla recente riforma della giustizia) all’ascolto degli indagati con il “contraddittorio anticipato in ambito cautelare”, decidendo di procedere al provvedimento restrittivo solamente per il sindaco.