Non toccate i cuccioli di capriolo. L’appello della Polizia provinciale è soprattutto ai turisti che iniziano a popolare le nostre montagne e che forse non sanno che gli ungulati lasciano i piccoli nascosti nell’erba mentre cercano il cibo: non li abbandonano. «I “bambi” – scrivono dalla Polizia provinciale – non sono ancora in grado di seguire la madre al pascolo per cui la loro sopravvivenza dipende da quanto riescono a stare nascosti dove la madre ha pensato di lasciarli temporaneamente. Non sono stati abbandonati: non recuperateli dal loro nascondiglio, sarebbe un atto di privazione del cucciolo dalla loro madre, lei si è allontanata temporaneamente per cibarsi ed acquisire sostanze importanti per produrre un latte sostanzioso per allattare il suo cucciolo e permettere a quest’ultimo, di lì a qualche giorno, di seguirla. Se il cittadino casualmente ritrova un cucciolo può eventualmente segnalarlo alla Polizia provinciale, ma nel modo più assoluto non deve toccarlo e tanto meno recuperarlo: in entrambi i casi anziché salvarlo metterebbe a rischio la sua vita». Infatti le madri riconoscono i cuccioli dall’odore. Ancora dalla Provinciale: «Più opportuno è preoccuparsi di non lasciar girovagare i cani liberi nelle zone dove potrebbero trovarsi cuccioli o nidi e uova deposti a terra, vedasi galli forcelli e coturnici per esempio, ma non solo. I cani incustoditi in questi casi fanno danni importanti alla fauna selvatica ma difficilmente viene riconosciuto, soprattutto dagli stessi proprietari dei cani inconsapevoli, che basta davvero poco tempo per un cane per distruggere un nido, per dare un morso ad un cucciolo di capriolo, o per inseguire una madre di cerbiatto che era nei pressi del proprio cucciolo».