Tiene ancora banco la vicenda di Diario Amico nel Vco. Il diario, diffuso dal Provveditorato nelle scuole di elementari e medie della provincia ai piedi delle Alpi, ospita un racconto che ha urtato la sensibilità degli allevatori, ma in generale di chi vive nell’angolo di Piemonte al confine con la Svizzera e che quindi conosce la realtà di montagna, ben lontana dai contesti di sfruttamento degli animali degli allevamenti intensivi. Alcune parti del racconto in cui parla la mucca: mi fanno partorire per poi sfruttarmi, sono davvero dei ladri, io sono stufa. Ancora: quegli ignorantoni degli umani dovrebbero bere meno latticini e bere più latte vegetale, eccetera. Spiega una mamma allevatrice della valle Antigorio: «Mia figlia di 8 anni ha letto il testo ma mi ha detto che comunque è orgogliosissima dei suoi genitori. Ho sentito un dolore fortissimo e temo che la possano prendere in giro a scuola. Se lo scopo era l’inclusione, hanno fatto l’opposto». Attenzione: all’indice di numerose famiglie che vivono nella zona, dove agricoltura e allevamento sono parte integrante dell’economia del territorio e fondamentali per la gestione dell’ambiente e dunque propedeutici al turismo con tutta la filiera che ne consegue (qui si produce il formaggio Bettelmatt, l’Oro delle Alpi) non è un racconto frutto di fantasia di un bambino, ma chi lo abbia scelto per uno strumento da adottare a livello istituzionale. Come dire: nel racconto scrivi ciò che vuoi, anche che il sole gira intorno alla terra perché si tratta di letteratura e invenzione, ma non lo mettere nel libro di scienze. E se proprio si vuole promuovere lo spirito critico, si mettano entrambe le opinioni (non chiaramente di Tolomeo e Galileo, ma di animalisti e non). Non è dello stesso parere il giornalista Andrea Scanzi (de “Il Fatto Quotidiano”), che su Facebook «in nome dello spirito critico» sostiene l’idea della parlamentare Dem, Eleonora Evi, che scrive: «Siamo al paradosso: invece di educare i ragazzi al pensiero critico e alla consapevolezza, si tenta di censurare un racconto che invita a riflettere sul rispetto degli animali e sull’impatto delle nostre scelte alimentari. È vergognoso e profondamente antieducativo – prosegue Evi – che si tenti di imbavagliare una libera iniziativa scolastica perfettamente in linea con le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, emanate dal Ministero dell’Istruzione stesso, che prevedono esplicitamente che l’insegnamento favorisca il rispetto delle persone, degli animali e della natura. La scuola deve restare un luogo libero e pluralista». Pluralista, appunto. Ma va detto che la legittima battaglia degli allevatori si era trasformata in politica ben prima dell’intervento della parlamentare Evi, con un’interrogazione del gruppo della Lega in Parlamento, a cui ha risposto, manco a dirlo dunque, quello Dem. Nel frattempo oggi, venerdì, a Crodo, paese della valle Antigorio, si terrà un primo incontro sul tema, indetto da comitati di allevatori e amministratori locali, mentre il Provveditorato del Vco ha indetto un incontro per mercoledì 5 novembre. Sul piatto c’è la possibilità che i diari, al costo di 5 euro l’uno e somministrati alle famiglie del Vco, possano essere ritirati e sostituiti, oppure che le pagine incriminate vengano tolte. Per chi volesse conoscere più da vicino la realtà in cui questa vicenda si svolge, l’invito è di muoversi dal desk, dalla redazione o dallo scranno, e scoprire il lavoro di agricoltori e allevatori nel corso della sagra MeleMiele, che si terrà nel fine settimana. Niente di meglio che muoversi dalla scrivania e andare sul posto, verificando di persona, per promuovere lo spirito critico. Tutte e informazioni su www.melemiele.it.
 
								


 
								 
								 
			 
			 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								