Aggiornato al 16 Aprile 2024

Travolti da una valanga, due scialpinisti lombardi morti al Devero

Sono stati travolti da una valanga poco dopo essere partiti per un’escursione da Devero a Crampiolo. Si tratta di Erica Mosca e Lorenzo Landenna, di Samarate (provincia di Varese), lei classe 1968, lui 1964, originario di Milano. Erano arrivati nella propria baita venerdì sera. Sabato mattina erano partiti per una pomeridiana, dopo le 12, da Devero, diretti a Crampiolo. Hanno preso la strada che in invernale non sarebbe consentita, quella che dopo il Fattorini, si tacca a destra dalla piana del Devero. Dopo circa mezz’ora sono stati presi da una valanga. «Lei è stata trascinata nel fiume con l’air bag aperto, segno che si è accorta dell’arrivo della valanga – spiega Matteo Gasparini, responsabile della X Delegazione Valdossola – lui è rimasto sepolto dalla neve». L’allarme era stato dato questa mattina (domenica) intorno alle 9.30 quando i parenti non avevano avuto più notizie. Gli scialpinisti non sarebbero comunque sopravvissuti ad una notte all’addiaccio: «Questa mattina – spiega ancora Gasparini – alle 8.30 c’erano meno sette gradi». All’inizio si pensava che i due potessero essere rimasti travolti da un’altra valanga: quella che si è staccata dal pizzo Bandiera verso la val Buscagna e dove quindi per una bonifica il Soccorso alpino aveva inviato un elicottero. Grazie al fatto che Gasparini, ma anche numerose altre squadre del Soccorso fossero in zona per fare esercitazioni, è stato possibile grazie alle testimonianze raccolte, iniziare a capire dove si trovassero gli scialpinisti dispersi. «C’era ancora segnale telefonico nel cellulare dell’uomo che squillava a vuoto – spiega Gasparini – abbiamo avuto le coordinate esatte grazie al servizio “Find my I-phone”». Uomini e donne del Soccorso sono arrivati a Devero da Baceno, da Domodossola, dove era prevista un’esercitazione al Lusentino, e da Villadossola, dove avrebbe dovuto esserci un’altra esercitazione in valle Antrona. «Ringrazio i volontari. Io mi trovavo a Devero per la convenzione con i Parchi, “Neve sicura”, che attiviamo da qualche anno. Grazie al loro lavoro e alle tecnologie è stato possibile recuperarli, anche se purtroppo ormai non c’era più nulla da fare, altrimenti senza ausili avremmo ritrovato le salme in primavera».

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