Aggiornato al 25 Aprile 2024

«Il 99% del male passa dalle nostre incompetenze». Lo ha detto il parroco di Stresa durante la messa in suffragio delle vittime del Mottarone

«Oggi è il giorno delle preghiere». Così ha detto il parroco di Stresa, don Gianluca Villa, nel celebrare oggi, mercoledì 26 maggio nella chiesa parrocchiale, la messa in suffragio delle 14 vittime della tragedia avvenuta domenica sulla funivia Stresa-Mottarone. Una cerimonia molto partecipata e sentita, con la presenza di tanti stresiani, dei rappresentati di tutte le associazioni della città, delle massime autorità civili e militari della Provincia del Vco, dei sindaci. «Non riesco a citarvi tutti perché rischierei di dimenticare qualcuno – ha detto don Gianluca – ma a nome mio e del sindaco Marcella Severino vi invito tutti ad unirvi nella preghiera per l’improvvisa e ingiusta morte dei nostri 14 amici, fratelli. Sull’altare ci sono 14 fiammelle accese in ricordo di queste 14 vite spezzate, facciamo che diventino un’unica fiamma che arde davanti a Dio». Accanto ai gagliardetti del Comune e della Provincia del Vco listati a lutto, il parroco ha invocato il calore della consolazione. «Che sia fatta giustizia – ha detto durante l’omelia – e che Dio possa curare noi tutti, ma soprattutto i parenti delle vittime. Non voglio santificare Battiat- ha aggiunto don Villa – mi dissero che sarei diventato il parroco del mondo. Domenica scorsa ci siamo aperti al mondo nel modo più terribile. Voglio ricordare le parole di quel padre, con il figlioletto, che non è salito sulla funivia perché non c’era più posto, ebbene lui dice di non sentirsi miracolato perché, se così fosse, loro due sarebbero stati salvati da Dio e gli altri 14 sarebbero stati condannati. Ricordatevi che il 99% del male passa dalle nostre incompetenze». Davanti a queste disgrazie viene da domandarsi: Dio dov’era? E la risposta la dà don Gianluca: «Dio era nella cabina schiacciato dall’ingiustizia umana. Il Dio cristiano è fragile, come l’ostia che si spezza, oggi nel calice ci sono le 14 vittime. Adesso rivolgiamo una preghiera per Eitan, la piccola fiamma vivente». Al termine dell’omelia, dopo aver ricordato che un pezzo di ognuno di noi era su quella funivia, il parroco ha letto tutti i 14 nomi di coloro che hanno perso la vita nella domenica di Pentecoste, e ha invocato lo Spirito Santo che consoli tutte le ingiustizie umane. 

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