Matteo Bertolazzi non ce l’ha fatta. Si è spento nella mattinata di lunedì 16 settembre, stroncato a soli 34 anni dalla leucemia contro cui combatteva da oltre un anno. Dopo un’annata straordinaria in maglia Paffoni, in quella stagione 2011-2012 che ha visto i Lupi omegnesi dominare il campionato di Dna con record di vittorie e conquistare la coppa Italia per arrendersi al primo turno di playoff tra gli applausi dei tifosi, “Teo” aveva dovuto lasciare i compagni durante l’estate scorsa per poter effettuare le cure. Poi mesi di calvario, accompagnato dall’affetto del mondo della pallacanestro – come in occasione dell’ultimo derby tra Omegna e Castelletto, con le magliette con la scritta “Teo non mollare” indossate durante il riscaldamento – fino all’illusione di qualche mese fa, quando era riuscito a rivolgere ai suoi tifosi un saluto carico di speranza.
Originario di Parma, sempre sorridente e disponibile con i giornalisti, prima dell’approdo a Omegna aveva militato a Forlì, Pistoia, Vigevano e Casalpusterlengo.
Lo ricorda con affetto Paolo Paci, suo compagno di squadra in rossoverde. «Sono abbastanza provato e giù di morale – dice -, avendo passato una situazione simile nella mia famiglia. Matteo non si meritava questa fine: quando me l’hanno detto non ci volevo credere. Purtroppo la vita è anche questa: noi da oggi dobbiamo ancora di più rimboccarci le maniche,perché ogni partita che vinceremo sarà dedicata a lui. Ci mancherà la sua leadership nello spogliatoio. Per me è stato come un fratello, vorrei mandare un abbraccio alla famiglia per cercare di colmare in qualche modo l’immenso vuoto che lascia questa perdita».