Aggiornato al 17 Settembre 2024

“My name is Ahmad”

Dopo gli episodi di stanotte con la fuga di alcuni profughi dalla casa di riposo e la manifestazione di questa mattina, si respira ancora un po’ di tensione in via Romita, dove i 7 profughi che non sono fuggiti restano. Impossibile rivolgere loro domande. dalle forze dell’ordine misure tassative: se ne riparla una volta conclusa l’identificazione. Oggi pomeriggio la situazione era piuttosto tranquilla: due carabinieri a presidio e i 7 ragazzi all’interno a girovagare per le varie sale. Quelli che mi trovo davanti sono tutti giovani: qualcuno è apparentemente sereno, altri sono visibilmente scossi, spaesati, seduti su un divanetto in silenzio. “Do you speak english? My name is Ahmad” dice sorridendo e stringendomi la mano un ragazzo uscito a prendere una boccata d’aria all’ingresso. “I’m from Eritrea”. Lui è uno di quelli che riesce a spiccicare qualche parola in un inglese un po’ maccheronico, il minimo indispensabile per farsi capire, altri conoscono solo l’arabo. Mi chiede se conosco la loro lingua, ride quando gli rispondo che non so una parola di arabo, poi lo richiamano dentro: i carabinieri sono diligenti e rispettano gli ordini, nessuna intervista.

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