Alla fine era stata tutta una montatura. Alfio Mandelli, il titolare di negozi compro oro che il 12 agosto 2013 aveva denunciato di essere stato rapinata davanti alla sua villa di Agrano, a Omegna, si era inventato tutto: questa la conclusione cui sono arrivate le indagini del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Verbania. Una lunga serie di indizi e riscontri ha portato gli investigatori a formulare l’accusa di simulazione di reato, a cominciare da alcune incongruenze nel suo racconto ma soprattutto il fatto che le telecamere della villa lo avevano ripreso, con tutta probabilità mentre credeva di essere fuori dal loro raggio d’azione, mentre “preparava” il finto agguato. In casa di Mandelli i carabinieri, ad esempio, hanno trovato delle fascette di plastica identiche a quelle utilizzate dai presunti rapinatori per immobilizzarlo e legarlo ad un albero nel vicino bosco. Mandelli alla fine ha ammesso la simulazione: mercoledì scorso davanti al giudice per le udienze preliminari ha patteggiato una condanna a 6 mesi con la condizionale.