Aggiornato al 20 Gennaio 2025

Rinvio chiusura Dea: le prime reazioni

Ecco le prime reazioni alla decisione di rinviare la scelta di quale Dea salvare nel Vco.

Aldo Reschigna, vicepresidente Regione Piemonte

La revisione della rete ospedaliera deliberata oggi dalla Giunta regionale conferma quanto era già stato comunicato sulla revisione dei Dea del VCO, ma non definisce in quale delle due sedi verrà mantenuto il Dea e in quale trasformato in Pronto soccorso.
Per questa decisione la delibera fissa il termine del 31 dicembre 2015, in modo che si possa avere con i territori una comunicazione completa e un profondo confronto che portino a una decisione il più possibile condivisa.
La scelta della sede del Dea, proprio per le specificità territoriali entro cui si colloca, quelle di Provincia montana, non porterà con se l’esclusivo ridimensionamento in Pronto soccorso del Dea che verrà a mancare, ma un rafforzamento dei reparti ospedalieri in
questo ultimo presidio, in modo che l’attività del Pronto soccorso possa svolgersi in modo completo ed efficace.
La scelta assunta dalla Giunta regionale tenta di individuare una strada che consenta di esplicitare e costruire un progetto di riorganizzazione della sanità che corrisponda ai bisogni di emergenza territoriale, emergenza ospedaliera, distribuzione delle specialità e
sviluppo di servizi territoriali e domiciliari nel VCO.
Oggi nessuno può sentirsi vincitore o sconfitto, e chi la mette su questo piano dimostra di avere a cuore tutto, tranne i bisogni di salute di una comunità.

Movimento ossolano tutela ospedale (M.O.T.O.)

La giunta regionale nella persona dell’assessore alla Sanità Saitta e, crediamo, nella persona dell’assessore al bilancio Raschigna, alla fine ha estratto il fatidico coniglio dal cilindro. Ne Domodossola ne Verbania, quindi saranno le vittime sacrificali all’altare della lotta allo spreco. Tutto rimandato al 31 dicembre 2015. Esatto avete capito bene. 2015!!! Quindi questa fretta di decidere, questo impellente bisogno che aveva spinto l’assessore in versione Ponzio Pilatesca a demandare al territorio non c’è più. Verrebbe da dire semplicemente vergogna!! Dopo aver spinto l’uno contro l’altro l’Ossola e il Verbano si è giunti ad un ennesimo rinvio. Ma attenzione!! Il consiglio di Stato ha confermato la legittimità della precedente giunta Cota e di fatto chiuso il Punto Nascita. Questo implica un dato importante: a tutti gli effetti l’area materno infantile, a Domodossola, NON esiste più. E se il Dea necessita di tale servizio per definirsi tale, per una sorta di legge transitiva, a Domodossola, non esiste più il Dea. Sveglia! È in atto un’ennesima presa in giro! Un applauso all’assessore Reschigna, che braccato dal suo territorio ha ottenuto una vittoria più che parziale. Con questo stallo, il 31 dicembre 2015 (ma noi temiamo prima) a Domodossola ci sarà il nulla. Siamo stanchi di essere presi in giro. 
Se i sindaci Ossolani sono coerenti si DIMETTANO.
Se i sindaci del Verbano sono coerenti, dopo aver urlato e chiesto unità si DIMETTANO.
Ci chiediamo, altresì, il senso di un Country Pediatrico senza Punto Nascita e con un dea, di fatto, delegittimato.
Siamo arrivati al dunque. O dentro o fuori.

Partito dei Comunisti Italiani-Federazione del VCO

Rinviato di un anno il taglio di uno dei due DEA del VCO.
Primo risultato positivo, grazie alla lotta di chi ha chiesto di mantenere i 2 Dea.
La popolazione che si è dimostrata attenta e sensibile ai temi della salute; il Consiglio Comunale. il Sindaco di Verbania e i 25 Sindaci del Verbano hanno dimostrato la serietà e la responsabilità che non si cadesse in uno scontro fratricida tra le genti del VCO.
I Comunisti e la vera Sinistra si sono dimostrati nel VCO come a Torino all’altezza della situazione con la coerenza necessaria a respingere un disegno di svendita della sanità pubblica a favore di quella privata. Ma la battaglia non si è conclusa!
Abbiamo un anno di tempo per modificare le scelte errate che oggi sono solo sospese. Dimostriamo la capacità di analisi e di poroposta all’altezza della dramatica situazione. Razionalizziamo, tagliamo gli sprechi, rilanciamo la buona sanità!

 

Gruppo consiliare Forza Italia Verbania

«In sette giorni avrebbero dovuto decidere e per la fretta hanno ottenuto il brillante risultato di spaccare il territorio, mettendo Ossola e parte del Cusio contro il Verbano. Adesso decidono di non decidere, rinviando di un anno. Si vede che la mobilitazione di cittadini, forze politiche e consigli comunali a sostegno del mantenimento dei due Dea sta producendo i propri risultati concreti. Ma, molto più probabilmente, il rinvio è anche la prova che la fretta è cattiva consigliera. Infatti proprio due giorni fa il Consiglio di Stato ha rimandato al mittente – ossia al Ministero della Sanità – il “Patto per la salute”, sottoscritto quest’estate tra Governo e Regioni, censurandone pesantemente numerosi aspetti che riguardano l’individuazione dei livelli essenziali di assistenza.
Proprio sulla base di quel patto, la Regione avrebbe dovuto definire la riorganizzazione della rete ospedaliera e non a caso Forza Italia lunedì in Consiglio regionale aveva chiesto all’assessore alla Sanità di soprassedere rispetto ad ogni decisione, proprio in considerazione del fatto che buona parte del patto per la salute dovrà essere corretto e riscritto. E così si è puntualmente verificato, a riprova che fretta e pressapochismo l’hanno fatta da padroni, portando anche a situazioni comiche come quelle di forze politiche che hanno raccolto firme contro sé stesse, ovvero contro l’operato dei propri rappresentati in Regione.
Che si sia una parola sempre più sconosciuta a sinistra, e che questa parola sia coerenza, lo dimostra l’intervista rilasciata oggi dalla segretaria provinciale del Pd Antonella Trapani lascia semplicemente esterrefatti: dichiara, ad esempio, che “l’ospedale unico plurisede non funziona più. Non perché il progetto sia sbagliato, ma perché non lo si è mai attuato fino in fondo”. Una tesi simile a quella espressa dall’ex sindaco di Verbania Claudio Zanotti dal suo blog (della serie “a volte ritornano”). Peccato che, almeno su questo punto, l’assessore regionale Saitta, che è dello stesso partito di Trapani e Zanotti, sia stato piuttosto chiaro: quella dell’ospedale unico plurisede è stata una decisione politica e non tecnica che ha solo rimandato la cura per la sanità del Vco, facendone aggravare i sintomi. La soluzione era la costruzione di un nuovo ospedale unico per tutta la provincia: la sinistra non l’ha voluto, e come ho già avuto modo di dire ora scarica le conseguenze di quella scelta scellerata sul territorio.
La segretaria Trapani riesce però a superare sé stessa quando afferma che il direttivo del Pd non si è espresso nel merito perché “non avevamo gli elementi tecnici per dire se era meglio il San Biagio o il Castelli”. Ma perché, mi chiedo, i sindaci della rappresentanza che hanno votato ce li avevano gli elementi tecnici? Mellano e Cattrini, sempre del Pd, hanno avuto l’onore di conoscere qualche dato che non hanno poi condiviso? A me non sembra: Saitta ha detto “In 5 giorni decidete cosa chiudere”, senza che si sapesse quanto la chiusura di uno dei nostri Dea permetterà di risparmiare. Se Saitta l’avesse fatto sarebbe magari stato possibile individuare altri modi per ridurre la spesa. Invece nulla, ha lanciato la bomba e nascosto la mano.
Sono tutti del Pd, se la cantano e se la suonano da soli, ognuno per sé. Addirittura adesso raccolgono le firme contro loro stessi. La confusione regna sovrana, tanto chi ci rimette sono sempre i cittadini».

Luigi Songa per Fdi-An Vco

in questi giorni stiamo assistendo al balletto dell’assurdo, prima la Regione dichiara di voler chiudere immediatamente uno dei due DEA del Verbano Cusio Ossola, poi chiede al territorio di scegliere quale -cercando cosi di scamparsi ogni responsabilità- entro pochissimi giorni.
oggi apprendiamo che i pochissimi giorni sono procrastinati al dicembre 2015…ma viene confermato la chiusura di un DEA…
scusate, ma qui qualcuno sta giocando sulla pella dei cittadini del V.C.O., con questa scelta  posticipatoria non si farà altro che alimentare ed acuire le tensini che già in questi giorni hanno pervaso i comuni e tutto il territorio.
Chi ha chiesto ed avuto la responsabilità di scegliere, lo faccia, ma lo faccia in fretta senza infingimenti e nell’interesse delle persone e dei servizi per il Verbano Cusio Ossola.
chiediamo a tutta la classe politica del territorio a battersi affinchè ci sia una vera valorazzione della specificità montana del VCO, se i tagli devono essere effettuatui, vengano fatti nel territorio torinese e non nelle zone montane, dove la vita è già più difficile rispetto all’area metropolitana.
a riguardo dello sbandierato potenziamento della medicina territoriale, sulla quale siamo assollutamente concordi, visti i soggetti in causa, vorremmo vedere fatti concreti e non limitarsi alle dichiarazioni.

Riccardo Brezza segretario Pd Verbania

Rispetto alla scelta della giunta regionale di rimandare di un anno la decisione sulla riorganizzazione sanitaria nel VCO, rileviamo una prima vittoria di tutto il territorio provinciale. 
Anche grazie alla nostra mobilitazione, come PD di Verbania, la regione ha compreso che occorre tempo per pensare ad una riorganizzazione di tale impatto, e occorre il giusto tempo sia per coinvolgere i territori nel modo migliore sia per istituire un tavolo tecnico/politico che affronti il tema. 
Per ora ci riteniamo soddisfatti ma da domani serve mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori di questa scelta per impostare una discussione seria, che non divida il territorio e che metta di fronte a tutto la salute dei cittadini, i loro diritti e l’efficienza dei servizi.

Matteo Marcovicchio – Consigliere provinciale Ncd

Questa mattina la giunta regionale ha deciso di non decidere, confermando la chiusura di un Dea ma aprendo un fantomatico confronto con il territorio. È una parziale vittoria, una vittoria di Pirro, che non sposta la prospettiva. “Verbania o Domodossola a noi non importa – commenta il consigliere provinciale del Nuovo Centrodestra, Matteo Marcovicchio – perché l’unica soluzione accettabile è: due Dea per il Vco. L’abbiamo sostenuto dall’inizio e lo sosterremo a maggior ragione adesso, con forza e decisione. Questo territorio e i suoi cittadini hanno diritto alle cure di urgenza e di emergenza, che a Torino ne prendano atto. Noi ci faremo sentire”. Netta la bocciatura politica di Chiamparino, Reschigna, Saitta e del Pd, che dopo aver spergiurato in campagna elettorale che non l’avrebbero fatto, dopo aver succhiato il sangue al ceto medio con l’aumento delle tasse (bollo auto e addizionale Irpef) ha già detto che eliminerà un Dea avviando lo smantellamento della sanità nel Vco. Il Pd esprime l’intera linea di comando, a ogni livello: governo (con l’unico parlamentare del territorio), Regione (presidente, vicepresidente, assessore alla Sanità), Provincia (presidente e tutta la maggioranza), conferenza dei sindaci, sindaci di Verbania, Domodossola, Omegna.
Da questo monocolore, mai visto nella storia repubblicana, escono un documento provinciale inconsistente che non dice nulla, un’impresentabile difesa d’ufficio della segretaria, il sindaco di Domo che sta con Domo, il sindaco di Omegna – e presidente della rappresentanza, nonché alto dirigente Asl – che sta con Domo, il sindaco di Verbania che sta con Verbania, il presidente della Provincia e il suo parlamentare che non s’esprimono. Il 17 giugno 2013 Reschigna, nella prospettiva che chiudesse un Dea per carenza di personale, dichiarò: “se non cambia qualcosa è a fortissimo rischio il Dea plurisede (…). Questo significa per il Vco un unico Dea e quindi un declassamento forte di uno dei due ospedali”. E ancora: “a questo punto occorre che contro l’ipotesi di chiusura il Vco esprima con molta nettezza e forza la propria contrarietà”.
Nel 2011 per bocca della segretaria Trapani la posizione era netta: “ribadiamo la necessità di mantenere due Dea a Verbania e a Domodossola, tenuto conto soprattutto dell’estensione territoriale e dei disagi di collegamento con i paesi di montagna”. “Che passino dalle parole ai fatti – afferma il consigliere comunale verbanese Damiano Colombo – È inutile raccogliere le firme come fanno a Verbania o presentare appelli: gli amministratori del Pd, che così non sono credibili, dovrebbero compiere un atto di coraggio e protestare contro i loro capi”. Il Nuovo Centrodestra, fermo sulle proprie posizioni, continuerà a chiedere la deroga per il mantenimento dei due Dea. “Tiriamo dritti – conclude Marcovicchio – sperando che tutti ci seguano e facciano la loro parte. Noi siamo una piccola minoranza, chi può incidere sono altri… Li metteremo alla prova in questi futuri incontri con il territorio”.

Rifondazione Comunista Omegna

Il Partito della Rifondazione Comunista di Omegna giudica inaccettabile la scelta dell’Assessore Regionale alla Sanità di declassare, per motivi puramente economici, uno dei due DEA del territorio e di chiedere agli Enti locali di decidere quale tra i DEA di Domodossola e Verbania debba essa sacrificato. Riteniamo infatti fondamentale la presenza di entrambi i DEA per un territorio dalle caratteristiche particolari come il nostro. I cittadini non devono pagare l’errore di scelte politiche che hanno progressivamente impoverito la sanità pubblica. Pertanto stigmatizziamo il comportamento dell’assessore regionale e dello stesso vicepresidente Reschigna, che, fingendo di “dare la parola” agli enti locali, hanno scatenato e alimentato un’ennesima guerra tra i territori. Valutiamo inoltre negativamente il comportamento di quei Sindaci e del Presidente dell’assemblea dell’ASL VCO, che, anziché respingere il ricatto della Regione, hanno accettato la sciagurata scelta di quest’ultima. Esigiamo quindi una radicale inversione di rotta e l’avvio di un percorso articolato e partecipato sul futuro della sanità pubblica, che metta al centro della riflessione e dell’iniziativa istituzionale il diritto alla salute dei cittadini.

RIPRODUZIONE RISERVATA ANCHE AI FINI DELLA AI

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