Ci sono una motivazione personale, «che deve restare tale senza ulteriori chiarimenti», motivi politici e naturalmente c’è anche l’imminenza dell’udienza preliminare del processo “firmopoli” (fissata l’11 novembre) in cui è coinvolto dietro la decisione di Diego Brignoli di lasciare la presidenza e il consiglio comunale verbanese.
«Le motivazioni politiche credo non siano un mistero – ci dice l’avversario del sindaco Marchionini alle primarie del Pd del 2014 – diciamo che in questi mesi non sempre mi sono trovato in sintonia con un certo modo di fare politica, che ho anche criticato apertamente e che non riguarda soltanto la gestione del consiglio comunale».
In una lettera inviata alla segreteria del Partito democratico e al gruppo consigliare Brignoli è entrato nei dettagli, spiegando le ragioni politiche di una scelta radicale. «Aggiungo che era giusto arrivare all’udienza dell’11 novembre come Diego Brignoli e non come presidente del consiglio comunale» precisa.
Al posto di Brignoli a palazzo Flaim (la prossima seduta del consiglio è fissata per il 10 novembre) entrerà Alessandro Papini, il primo degli esclusi alle ultime elezioni, mentre è ancora tutta da giocare la partita politica della nomina del nuovo presidente.