Aggiornato al 6 Dicembre 2024

Centraline, lavori abusivi dalla Cannobina a Baceno, passando per la Vigezzo

Il Nucleo Investigativo Forestale del Gruppo die Carabinieri Forestali del Vco, congiuntamente alle Stazioni Forestali di Baceno, Cannobio e Santa Maria Maggiore, ha effettuato una serie di accertamenti finalizzati a verificare la corretta esecuzione dei lavori in corso d’opera di costruzione di quattro centrali idroelettriche localizzate in Provincia del Vco.

Di tali opere due risultano in atto in Valle Vigezzo, entrambe con derivazione dal Torrente Melezzo Orientale, una in Valle Cannobina con derivazione dal Torrente Cannobino e l’altra il Valle Antigorio con derivazione dal Torrente Devero. Le verifiche sono state espletate congiuntamente a personale dell’Ufficio Georisorse della Provincia del Vco quale autorità procedente, in sede di conferenza dei servizi, al rilascio delle autorizzazioni all’esercizio degli impianti idroelettrici. Dai controlli eseguiti è emersa in tutti e quattro i casi l’avvenuta esecuzione di opere non preventivate in progetto o comunque realizzate in difformità agli elaborati tecnici approvati.

Gli illeciti individuati spaziano dall’avvenuta costruzione degli edifici principali con sagome e dimensioni difformi da quelle assentite, alla realizzazione di piste d’acceso al cantiere abusive, all’abbattimento non preventivato di alberi, all’occupazione di fondi e terreni non previsti nel piano particellare d’esproprio. Complessivamente, tra rappresentati legali delle imprese committenti, titolari delle ditte esecutrici delle opere e direttori dei lavori, dieci persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per abuso edilizio ed esecuzione di lavori in assenza di autorizzazione paesaggistica ed idrogeologica in aree vincolate.

Le centrali in corso di realizzazione in Valle Vigezzo e Valle Cannobina sono state commissionate da tre ditte di Milano, quella bacenese invece da un’impresa di Domodossola.

Prosegue nella sua nota il maggiore Giuseppe Laghezza: “Ove gli interventi abusivamente realizzati risultino, a valutazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali, paesaggisticamente compatibili sarà possibile per i trasgressori sanare gli interventi abusivi previo pagamento di sanzioni amministrative commisurate all’entità dei lavori illecitamente eseguiti. Le restanti opere non sanabili dovranno essere invece ripristinate in conformità ai progetti autorizzati. In attesa di tali determinazioni i Comuni territorialmente competenti hanno adottato apposite ordinanze di sospensione dei lavori in corso”.

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